Eccola qui, l’icona pop per eccellenza, la donna che in oltre vent’anni di carriera ha saputo puntualmente trasformarsi e rimettersi in discussione, diventando simbolo di trasgressione e di femminismo, ora persino scrittrice di libri di favole per bambini, riuscendo a restare costantemente al centro dell’attenzione e sempre in vetta alle classifiche di vendita con ogni disco, lanciando nuove mode ed essendo punto di riferimento per le teenager di tutto il mondo.
L’attesa per l’unica data italiana della cantante americana è cresciuta a dismisura, montata ad arte anche grazie alla sterile polemica sull’utilizzo dell’ormai celeberrima croce, come se i benpensanti conoscessero solo oggi gli atteggiamenti e gli strumenti utilizzata dalla Ciccone per propagandare la propria musica.
Dal giorno precedente il concerto si rincorrevano per la città voci su presunti avvistamenti della cantante americana, e col passaparola ecco che un negozio di Via Condotti veniva circondato da fan o un ristorante preso d’assalto da curiosi; lei invece ha calibrato tutto molto attentamente evitando di trovarsi in situazioni troppo affollate e occupando con la sua numerosa truppa un albergo nei pressi di Piazza della Repubblica, con marito e figli al seguito.
La nuova Madonna ha accantonato i panni bellicosi di “American Life” ed è ritornata alle origini, ad atmosfere più propriamente dance con l’ultimo album “Confessions On A Dancefloor” stasera rappresentato quasi per intero in uno show pensato per far ballare il pubblico, e lo Stadio Olimpico si è per una volta trasformato in una gigantesca discoteca a cielo aperto.
Il pre-concerto è stato riempito del dj set di Paul Oakenfold, e dall’applauditissima passerella di vip che per raggiungere i posti d’onore piazzati al centro dello stadio si sono ritrovati costretti a passare super scortati in mezzo al pubblico del prato, fra loro impossibile non notare il fotografatissimo Lenny Kravitz, il rapper Puff Daddy e il pluridecorato regista spagnolo Pedro Almodovar in compagnia della sua musa prediletta Penelope Cruz.
I quattro riescono a catturare la totale attenzione dello stadio per cinque minuti fino alle ore 21,45 quando si spengono le luci e da una grande palla da discoteca che si apre a fiore esce lei, bellissima e in formissima nonostante i 48 anni che compirà fra pochi giorni, sulle note di “Future Lovers”, ben miscelata col vecchio hit di Donna Summer “I Feel Love”.
Madonna si presenta in nero ai settantamila dell’Olimpico con i ballerini (che nel corso della serata riusciranno a evidenziare tutte le loro fantastiche doti acrobatico-danzerecce) abbigliati in vesti sadomaso, mentre immagini di cavalli al galoppo scorrono sugli schermi.
Dopo il nuovo singolo “Get Together”, cantato in un’atmosfera dove il colore rosso è predominante (e lo sarà per gran parte dello spettacolo), l’artista newyorkese punta subito su uno dei suoi più grandi classici, “Like A Virgin”, per surriscaldare la platea, anche se sarà uno dei pochi ripescaggi di vecchia data.
Già al quinto pezzo arriva il momento più atteso, con la croce cha appare sul palco, Madonna che crocifissa e con in testa una corona di spine canta “Live To Tell”, e l’effetto, a pochi passi dal Vaticano, è di gran lunga amplificato rispetto a qualsiasi altro posto del mondo in cui si sia finora esibita.
Madonna intende lanciare un chiaro messaggio contro le presunte guerre di religione; il pubblico applaude e il risultato finale sembra addirittura più efficace delle poche prese di posizione da parte del Vaticano stesso che dovrebbe magari impegnarsi in maniera più attiva nella risoluzione dei conflitti mondiali piuttosto che mettersi a porre censure su concerti pop con l’unico risultato di alzare inutili polveroni.
Da più parti è stato fatto ironicamente notare come Madonna sia l’unica persona al mondo in grado di mettere d’accordo tutte le grandi religioni monoteiste, nel senso che cattolici, ortodossi, ebrei e musulmani si sono schierati all’unisono contro di lei e contro il suo show. Lei risponde in “Forbidden Love” facendo danzare due ballerini che mostrano grandi tatuaggi con la stella di David e la mezzaluna araba, intenti a lanciare messaggi di pace e riconciliazione.
L’ultima provocazione è su “Isaac”, dove il suono di un corno e un canto arabo prelude allo spogliarello di una ballerina coperta da un burka che a fine canzone resterà in costume.
E’ poi il momento del fortunato hit “Sorry”, che incita tutti a ballare e di “Like It Or Not”, quando Madonna va a sedersi alla fine della piattaforma che dal palco conduce quasi al centro dello stadio.
Subito dopo, l’ex Material Girl indossa i panni della rocker, imbraccia la chitarra elettrica e da consumata performer esegue le tiratissime “I Love New York” e “Ray Of Light”.
Arriva anche il momento dell’introspezione con l’accoppiata “Substitute For Love”/ “Paradise (Not For Me)”, quest’ultima con Madonna impegnata alla chitarra acustica.
E il set cambia ancora, si torna a ballare con il suo proclama dance per eccellenza, “Music”, miscelato al grande hit degli anni 70 “Disco Inferno”: lei in abito bianco a imitare il John Travolta/Tony Manero di “Saturday Night Fever”.
Si prosegue con la maliziosa “Erotica”, riarrangiata con cadenza più lenta rispetto all’originale, con il tropicalismo di “La Isla Bonita” e con il ricordo degli esordi di “Lucky Star”, che velocemente si tuffa nella recentissima “Hung Up” la quale trionfalmente chiude la partita con tutto lo stadio che grida all’unisono “Time Goes By … So Slowly”. Madonna se ne va così, senza bis e senza dare neanche un arrivederci, soltanto una frase sugli schermi: “Have You Confessed?”.
Chi non era al corrente della scaletta resta un tantino deluso da uno show apparso un po’ prefabbricato e freddo, pur evidenziando la solita professionalità e versatilità di un’artista carismatica come poche altre al mondo.
Madonna ha cantato , ballato, suonato la chitarra, indossato vestiti disegnati da Jean Paul Gaultier, privilegiando le composizioni più recenti, verso le quali nutre evidentemente grande considerazione: pur potendo contare su una discografia che conta decine e decine di grandi successi commerciali, Madonna oggi guarda al futuro e non ama crogiolarsi sulle fortune del passato. E così può permettersi una setlist senza “Into The Groove”, senza “Material Girl”, senza “Papa Don’t Preach”, senza “Frozen”, senza “Holiday” (appena accennata), tralasciando album interi.
Quindi non l’intenzione di autocelebrarsi in uno show pieno di greatest hits, ma la voglia di fare il punto sulla propria figura oggi, sui suoi gusti personali, sul suo modo di fare, vedere e vivere la musica.
Un’artista coraggiosa come sempre che nonostante i milioni di copie vendute in oltre vent’anni riesce ancora a far ballare tutti con brani come “Sorry” e “Hung Up”, le tracce migliori del suo ultimo disco. Un grande musical, più che un vero e proprio concerto, e la consapevolezza di aver assistito comunque allo spettacolo di una donna che verrà ricordata fra le maggiori artiste pop di tutti i tempi.
Future Lovers / I Feel Love
Get Together
Like A Virgin
Jump
Live To Tell
Forbidden Love
Isaac
Sorry
Like It Or Not
I Love New York
Ray Of Light
Let It Will Be
Drowned World / Substitute For Love
Paradise (Not For Me)
Music / Disco Inferno
Erotica
La Isla Bonita
Lucky Star
Hung Up