05/04/2008

Patti Smith

Arena del Sole, Bologna


di Andrea Anzani
Patti Smith
Premessa: da oltre trent’anni ho una sviscerata passione per l’artista in questione. L’albergo dove ho prenotato è l’Hotel Tre Vecchi, giusto di rimpetto all’Arena del Sole, il teatro dove questa sera Patti Smith e la sua band terranno il secondo concerto nell’ambito del "Patti Smith Festival – Dream of Life". Scopro che è anche l’albergo dove alloggia il gruppo e la cosa si rivelerà piacevolmente interessante domenica mattina. Lei è scesa al Baglioni…

Con un abbondante quarto d’ora accademico di ritardo, peraltro ben tollerato dal pubblico, alle 21.50 fa il proprio ingresso sul palco Patti Smith e il suo manipolo di musicisti che da sempre, o quasi, l’accompagna. Tra le mani stringe la bandiera del Tibet che deposita, tra gli applausi generali, bene in vista a lato della batteria di Jay Dee Daugherty.
Danno inizio al concerto le note di "Kimberly", seguita dalla prima cover della serata, l’hendrixiana "Are You Experienced?", nella quale vengono inseriti anche accenni di "Voodoo Child" e "The Wind Cries Mary". Il brano è caratterizzato dal magico tocco di un ispiratissimo Giovanni Sollima, che trasforma l’austero suono del proprio violoncello in quello di uno psichedelico sitar.

Si prosegue con la sempre toccante "Ghost Dance". L’atmosfera psichedelica continua a pervadere l’aria attraverso la beatlesiana "Within You Without You", in una versione molto coinvolgente, Sollima rules!
Tony Shanahan e Jackson Smith s’intendono benissimo, i tamburi di Dougherty non perdono un colpo e il tocco di Lenny Kaye è inconfondibile. La voce e la presenza scenica dell'artista statunitense sono quelle di sempre, lo sguardo è sempre magneticamente febbrile. La performance scorre senza intoppi su binari di professionale routine, ma anche di un palpabile torpore, sembra mancare il consueto feeling che lega Patti Smith al pubblico.

Una prima positiva scossa, però, arriva con l’ingresso in scena di Tom Verlaine, isterico e svogliato qualche ora prima nel concerto pomeridiano insieme a Jimmy Rip e ora rilassato e sorridente: in "Wing" infila un assolo da lasciare la bocca aperta per la sua complessità e per la naturalezza con la quale viene eseguito.
Anche il brano successivo vede la fondamentale presenza del leader dei Television che dà vigore, con un intricato e furibondo assolo finale, a "Beneath The Southern Cross".

Uscito di scena Verlaine, il concerto prosegue con "Frederick" e "Paths That Cross", seguite dalla migliore versione di "Dancing Barefoot" che le abbia mai sentito eseguire in tanti suoi concerti ai quali ho assistito. Nel bel mezzo dell’assolo di Lenny Kaye, Patti decide di lasciare il palco per fare una passeggiata tra il pubblico, salutando e stringendo mani, il concerto è decollato, il feeling è scattato. Nel disinteresse quasi generale la band continua a suonare con sempre maggior vigore e Jackson Smith, primogenito di Patti, si esibisce in un lungo e pregevole assolo, sotto lo sguardo ammirato del suo maestro Lenny Kaye.

Parte del pubblico, me compreso, si riversa sotto il palco e anche il resto dell’audience è ormai tutto in piedi. Patti Smith non smette di percorrere il palco continuando a cantare e a stringere le mani dei presenti.
La sofferta "Smell Like Teen Spirit", i cavalli di battaglia "Because The Night", "People Have The Power" e la rollingstoniana "Gimme Shelter", con la chitarra lancinante di Jimmy Rip in bella evidenza, si susseguono in un clima di eccitazione ed euforia sempre più crescente, fino all’incendiaria versione di "Rock ‘n’ Roll Nigger". Anche se ha appena compiuto trent’anni, il brano continua a essere un attualissimo manifesto, con qualche variazione al testo che manda letteralmente in delirio il pubblico bolognese. "Obama is a nigger, we are all fuckin’ niggers too" urla ormai trasfigurata la cantante di Chicago, mentre, imbracciando una Stratocaster, contribuisce ad aumentare l’inferno sonoro che ormai ha invaso il teatro e che sta mandando in visibilio il pubblico.

Al termine dell’esecuzione, una Patti Smith visibilmente provata dall’intensità del concerto, strappa una a una le corde della chitarra, l’ultima, quella del mi basso, con una certa fatica ma con un grande e luminoso sorriso.
A sessant’anni suonati, "La Vecchia" continua a emozionare.

Patti Smith and her band:

- Patti Smith: Vocals, acoustic & electric guitar
- Jay Dee Daugherty: Drums
- Lenny Kaye: Electric & acoustic guitar, Bass & Background vocals
- Tony Shanahan: Bass, Keyboards & Background vocals
- Jackson Smith: Electric guitar & Bass

Special guest:

Giovanni Sollima: Cello (*)
Tom Verlaine: Electric guitar (**)
Jimmy Rip: Electric guitar (***)
Setlist
  1. Kimberly
  2. Are you expenrienced? (*)
  3. Ghost dance (*)
  4. Within you without you (*)
  5. Wing (**)
  6. Beneath the southern cross (**)
  7. Frederick
  8. Paths that cross (*)
  9. Dancing barefoot
  10. Smells like teen spirit (*)
  11. Because the night
  12. People have the power
  13. Gimme shelter (***)
  14. Rock ‘n’ Roll nigger (***)