27-29/05/2010

Audiovisiva

Palazzo del ghiaccio, Milano


Audiovisiva è la rassegna milanese che negli ultimi anni si sta segnalando come punta di diamante nel proporre un programma che unisce la sperimentazione visuale e musicale. Quest'anno, articolata su tre serate, propone una line-up decisamente succosa.

La prima sera è il turno delle performances di Ben Frost e Tim Hecker. Le attesissime esibizioni non deluderanno affatto le attese. Ben Frost regala un set lunghissimo (quasi 75 minuti), vista anche la proposta musicale non sempre agile. L'australiano trapiantato in Islanda si presenta scalzo e in canotta per proporre il suo ultimo lavoro, l'orrorifico "By The Throat". Fra immaginifici muri di suono, pesanti sfuriate, placide aperture dub-ambientali e un finale roboante, si consuma un live stupendo che incanta il pubblico seduto nella bellissima struttura del Palazzo del ghiaccio. Il risultato complessivo è permeato di un calore cosmico che nella sua ultima opera si faticava a intravedere. La lugubre dimensione sotterranea viene qui meno, facendo posto a un rituale liturgico che si chiude con martellate a volumi folli che fanno tremare la stuttura.
Il set di Tim Hecker, di gran lunga più breve, lo vede in dormiveglia, a meno di mezzo metro dalle casse. Un live intensissimo, un boato fragoroso di poco più di mezz'ora, che si sublima in muri di suono la cui melodia è celestiale eppure ruggente. Un fluire nel quale textures fittissime si rincorrono, in un continuo gioco di sovrapposizioni e catarsi.

La serata successiva propone diversi concerti interessanti. Ad aprire le danze il quartetto impro Ligatura, il cui disco di debutto è previsto a breve per la benemerita Die Schachtel. Le composizioni, ad eccezione dei momenti più rumorosi, risentono di un'eccessiva pretenziosità, finendo con l'annoiare.
Terminata l'esibizione di quaranta minuti, mi immergo nel capolavoro dipinto dai The Books. In uscita a giugno con la loro quarta fatica sulla lunga distanza, il duo Nick "Zammuto" Willscher e Paul De Jong, con strumenti molto semplici (chitarra elettrica, acustica e basi preregistrate) regala incanti a profusione, in una performance di pura folktronica.
Vengono passati in rassegna i successi di "The Lemon Of Pink" e qualche pezzo tratto dalla nuova fatica, mantendo un'impostazione acustica che ammalia nella sua semplicità, fra giochi di sovrapposizioni e delicate intimità celesti.

Mi dirigo quindi ad ascoltare Tumble, la nuova creatura di Andrea Belfi e Attila Faravelli. Un set per batteria/percussioni, pc ed effetti assolutamente magnifico, costruito su piece calibratissime, fra flussi incandescenti, sezione ritmica avvolgente e droni inebrianti. Una vera sorpresa per chi si aspettava un'esibizione di stampo elettroacustico e invece si trova davanti a un suono circolare e totale.

L'ultimo gioiello di una serata stupenda arriva dalle note di The Field. Il set del biondo svedese prevede batteria, basso, pc, sequencer e chitarre. Il live decolla fin da subito, fra sezione ritmica da ballo immediato, sognanti scie ambientali e chitarre brucianti. I brani di "Yesterday & Today" acquistano un manto dorato luccicante, completamente diverso da quello vestito su album. Il pubblico apprezza e inizia con le danze, pur mantendosi sempre piuttosto timido. La maestosa apertura celeste di "Leave It", fra techno e spirito dream, il rincorrersi di "I Have The Moon, You Have The Internet" disegnano traiettorie che proiettano l'ascoltatore in dimensioni altre.

Audiovisiva si impone con questa edizione all'attenzione generale, con un programma e una organizzazione difficilmente replicabili. Un appuntamento assolutamente imperdibile, destinato a divenire un riferimento imprescindibile nel cartellone delle rassegne musicali della penisola.

Un ringraziamento speciale a deSna B. per il prezioso contributo fotografico.

Setlist

Tim Hecker

Ben Frost

Tumble

The Books

Ligatura

Greg Haines

Chicks On Speed

The Field

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