
Così, accanto alle tante proposte nordiche (da Jenny Hval a Sóley), ha trovato adeguata collocazione l'arpista neozelandese che, grazie a una serie di positive coincidenze, ha potuto cogliere l'occasione di un breve soggiorno romano per presentare, per la prima volta di fronte al pubblico italiano, le sperimentazioni raccolte nei suoi due album, "Ships And Trees" e "Lo-Fi Musings", nonché qualche succulenta anteprima dei suoi percorsi futuri.

Come lei stessa aveva anticipato, lo spettacolo - altresì corredato da proiezioni video - si presenta in maniera del tutto inusuale, a partire dall'iniziale "Simple Pleasures", per la quale Heidi filtra la propria voce attraverso l'arpa, e dalla successiva "Casey's Bassline", che introducono da subito il rapito pubblico presente in una temperie straniante, percorsa da suoni bassi e dilatati, da pulsazioni, esili melodie e da accurati sfioramenti di corde.
Al terzo brano in scaletta, Heidi sceglie la completa oscurità, rischiarata soltanto dalle luci a led della sua arpa, per il brano più essenziale e acustico del lotto, quella "There's A Spell" che la riporta alle origini del suo primo disco e a una ballata estremamente scarna, che eleva arpa e voce ad assolute protagoniste.
Di stampo totalmente opposto i due brani inediti, che rispecchiano le nuove esplorazioni dell'artista neozelandese, ormai proiettata verso la composizione tramite applicazioni digitali, ma al tempo stesso verso un'accresciuta attenzione alle componenti melodiche dei suoi brani.

Modernità elettronica e classicismo strumentale (ancorché declinato in maniera del tutto non convenzionale) si fondono nella musica di Heidi Elva che, dopo aver rivolto un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile la serata, si congeda dal pubblico romano con la splendida "The Heart Is A Lonely Hunter". Il brano, da lei regalato alla raccolta in download gratuito OndaDrops Vol. 3, rappresenta al meglio le varie anime di un'artista completa e versatile, il continuo sviluppo della cui sensibilità è risultato ben chiaro dall'ora scarsa della sua esibizione peculiare e magnetica.
Foto di Sebastiano Iannacchione