
Sono stati due anni a dir poco intensi per l'imprenditore mancato Dario Brunori; dalla pubblicazione nel 2009 di "Vol.1", ai tour ininterrotti attraverso il nostro paese, fino al recente secondo album "Vol.2 - Poveri cristi". In questo breve lasso di tempo sono arrivati i riconoscimenti della critica e il riscontro di un pubblico sempre più affezionato; anche l'ultimo disco, a tratti meno spensierato nella descrizione delle difficoltà quotidiane a causa della crisi economica e sociale del paese, sembra aver centrato il bersaglio.
Apre la serata la surreale esibizione di Maria Antonietta, sorta di irriverente e romantica eroina punk, dall'attitudine vocale che ricorda Joanna Newsom e con testi in italiano. Grazie ai brani conclusivi, tanto sfacciati quanto sinceri e melodici, e prescindendo da certi momenti troppo caricaturali, lascia un'impressione positiva invogliandoci all'ascolto del suo album in uscita a gennaio, prodotto dallo stesso Brunori.
La Brunori Sas sale sul palco alle 23:15; con "Come stai", ovvero "la frase d'esordio nel mondo", inizia la festa dei "poveri cristi", celebrata dal cantautore cosentino assieme ai tanti ragazzi accorsi al concerto. C'è voglia di spensieratezza, ironia e amore, nonostante tutto, nel mondo di Dario Brunori e del suo pubblico: con "Italian dandy" e il suo citazionismo volutamente sbilenco la platea si scalda cantando senza freni il ritornello, così come grande successo riscuote l'ultimo singolo "Rosa", concitato e malinconico divertissement sulla scia dell'indimenticato Rino Gaetano.
Le riflessioni e sensazioni notturne di "Una domenica notte" vedono il cantautore calabrese emozionarsi per l'accoglienza del pubblico all'ascolto di una "nuova" canzone, prima che si arrivi al "ritornello più famoso e cantato dei Brunori Sas, ovvero quello di Nanà". Per una volta viene messa da parte l'ironia: trova spazio allora una sincerità toccante, con parole che riassumono in parte il presupposto ideologico di Dario Brunori: "Perché la mia non è una vita speciale, e molto spesso me la devo inventare, perché la mia non è una vita speciale, ed è per questo che la voglio cantare". In elogio dei normali e dei poveri cristi.
Il gruppo è ben affiatato nell'esecuzione dei brani e contribuisce a creare uno spettacolo coinvolgente e a tutto tondo; il titolare dell'impresa Brunori Sas intanto si concede, tra una canzone e l'altra, ironici soliloqui che si fanno gioco del suo passato da uomo di azienda, così come delle sue canzoni più romantiche. A Firenze Brunori ha vissuto diversi anni, trovando nella lungimirante Pippola Music di Matteo Zanobini l'etichetta che lo ha lanciato sul palcoscenico nazionale, così il capoluogo toscano diventa protagonista in "Lui, lei, Firenze", prima che la band riprenda fiato congedandosi per un attimo dopo la tragicommedia di "Animal colletti".
Al ritorno sul palco il cantautore calabrese è solo con la propria chitarra, e ci regala da "Vol.1" "Il pugile" che, con la sua grazia remissiva, rappresenta uno degli episodi migliori della serata. Siamo giunti quasi in chiusura di concerto e non può mancare il classico "Guardia ‘82".
La Brunori Sas ci saluta, ma solo per scherzo, perché ritorna di corsa sul palco per una canzone specificatamente "per tutti i teenager presenti al concerto", ovvero "Con lo spray".
Dario Brunori e la sua fedele band ringraziano il pubblico commossi, è stata infatti una serata trionfale per l'imprenditore mancato e neo-urlatore italiano.