09/11/2013

Giardini di Mirò

Auditorium Sant'Agostino, San Ginesio (MC)


E’ piacevole di tanto in tanto poter assistere ad eventi che vanno fuori dall’ordinario, da quelle abitudini che, pur portate avanti per una serie di validi motivi tecnici e stilistici, rischiano di cadere nella trappola della routine. I Giardini di Mirò, la storica band post-rock  emiliana, prova con il suo tour “Alone Togheter” a proporre un set di canzoni che per vari motivi hanno trovato meno spazio nei loro live passati, il tutto unito in una veste più intima del solito.
Lo staff dell’Hamlin Fest, il festival dedicato all’indie-rock che sta in questi mesi coinvolgendo la provincia maceratese, avrà giustamente pensato che un evento del genere ben si sarebbe espresso nella suggestiva venue scelta: l’Auditorium Sant’Agostino di San Ginesio è uno dei tanti piccoli tesori che la regione Marche tiene segretamente nascosti tra le sue colline, sede tra l’altro di numerosi spettacoli di buon successo negli anni recenti, caratterizzati da artisti come Marta Sui Tubi e Giovanni Lindo Ferretti.

Tuttavia la resa acustica si rivela non all’altezza per buona parte dello show, complici anche difficoltà tecniche da parte della band in sede di soundcheck: il risultato è un avvio stentato da parte dei musicisti di Cavriago, con le loro note che si confondono tra i rimbombi dell’altissimo soffitto dell’auditorium, penalizzando in particolare il lavoro di Reverberi al violino e alla tromba.
Fortunatamente da metà dello spettacolo in poi, con qualche salto mortale, il fonico riesce a recuperare la situazione permettendo alla band di potersi esprimere su livelli consoni alle sue capacità. E’ da qui che sovviene un po’ di rammarico per l’assenza di Laura Loriga dei Mimes Of Wine, azzeccata partner delle ultime uscite live della band, le cui notevoli capacità melodiche ben si sarebbero sposate a brani come “There is a Place”.

Jukka Reverberi esterna il suo stupore nei confronti della reazione del pubblico: “a volte ci si lamenta nei concerti perché la gente parla, fa rumore, qui invece il silenzio fa quasi paura”, confessa divertito. E’ piuttosto probabile che, dopo la confusione iniziale, il pubblico fosse estremamente concentrato, sopratutto da “Rome” in poi, quando la tensione impenna improvvisamente, fino all’evocativo finale lasciato a “Bufera”, appassionato rifacimento di “Per I Morti Di Reggio Emilia” di Fausto Amodei.

Concludendo, la data marchigiana ci ha offerto un gruppo ancora in buona forma, purtroppo non potutosi esprimere al massimo per via dei problemi tecnici sopracitati, ma comunque in grado di donare più di un momento emozionante. Rimane in ogni modo la soddisfazione di aver avuto l’occasione di assistere a una band di spessore nel territorio marchigiano, grazie allo sforzo di un piccolo gruppo di volenterosi ed entusiasti appassionati. E questo, decisamente, non è poco.




Foto su gentile concessione di Luca Tombesi

Setlist

  • Memories

  • Swimming Season

  • Cold Perfection

  • Spurious Love

  • Time On Time

  • There Is A Place

  • Pet Life Saver

  • Rome

  • Embers

  • Bar Nasha

  • Invisible

  • Bufera

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