05-07/04/2013

Lisa Germano

Calamita / Panic, Cavriago / Marostica


Un fuoriclasse, in quanto tale, dispensa il suo talento indipendentemente dall’habitat in cui si trova. Lo strumento è solo un mezzo, l’ambiente un alleato da piegare ai propri voleri, da cui trarre vantaggio.
In occasione del tour della sua ultima fatica, “No Elephants”, Lisa Germano ci ha dato prova tangibile, semmai di un’ulteriore avessimo avuto bisogno, di appartenere alla suddetta categoria.
Le venue italiane che possono vantarsi di ospitare uno dei più puri e meglio celati talenti del cantautorato femminile degli ultimi decenni sono stavolta molteplici ed eterogenee: da piccoli live club di periferia, mete familiari al nutrito esercito rock indipendente locale, a raffinati circoli jazz; tutti ambienti tuttavia forse abituati a sonorità ben differenti dai sussurri introspettivi della cantautrice dell’Indiana.

Come prevedibile, la sera del 5 aprile, al Calamita di Cavriago, l’atmosfera è distesa e informale: il classico locale Arci adibito allo spettacolo live, con tanta lodevole voglia di proporre qualcosa di davvero distintivo, motivazione che probabilmente avrà evocato nel management il sufficiente coraggio nel proporre un'artista così di nicchia.
Il clima accogliente ha sicuramente influito sulla star della serata, la quale assiste all’esecuzione dell’opener Emiliano Mazzoni nel mezzo della piccola folla di una settantina di persone, come una spettatrice qualunque.

Senza neanche un accenno di presentazione o cerimonie varie, eccola che si appresta a salire sul palco, intonando con la sua fida tastiera la toccante intro di “Too Much Space”. E’ una Lisa Germano particolarmente in vena di comunicare con i suoi fedeli fan, complice la marcata intimità dello spettacolo: il pubblico è a distanza ravvicinata e diverse persone assistono sedute al suolo, perse nei delicati accordi tratti dal neonato album e dal sempre recente “In the Maybe World”, i quali assumono colorazioni sorprendentemente differenti in sede live.
Piccoli gioielli come “In The Land Of Fairies” e “Haunted” acquistano quindi nuova vita come liberati dall’involucro dei loro relativi dischi e spogliati dai già esigui orpelli originali, lasciando la scena solo a gocce di pianoforte e alla sensuale, flebile voce della cantante americana (di sangue calabrese, come confiderà prima di introdurre “The Prince of Platì”).

Purtroppo queste sono perle non adatte a tutti gli esseri, a considerare dall’infernale baccano che si leva da pochi metri, nelle retrovie, in prossimità del bancone del locale; una triste conferma di come il rispetto per l’opera di un artista non sia un valore scontato come dovrebbe essere, vanamente tutelato dallo sbarramento del biglietto di ingresso. Tuttavia l’increscioso fatto non incide più di tanto sulla godibilità dello spettacolo, fortemente incentrato nella produzione degli ultimi dieci anni, con brevi digressioni nel mai abbastanza acclamato “Lullaby For A Liquid Pig”, accolto dal popolo colto con esultanze che quasi spiazzano l’esecutrice.
Ma se in un habitat come quello proposto a Cavriago Lisa Germano ha mostrato grande spirito di adattamento, quali potrebbero essere state le aspettative nei confronti della data conclusiva del tour, ospitata dal “Panic” di Marostica, venue presentatasi con l’altisonante appellativo di “Jazz Club”?

Effettivamente, già solo salendo le scale del circolo sito nella splendida piazza di Marostica, la differenza ambientale con il Calamita è evidente, per usare un eufemismo: finiture in legno, luci soffuse e un fronte di apparecchi valvolari vintage in bella vista, puramente ornamentale, guidano l'ingresso alla sala ristorante/pub.
Portando lo sguardo oltre la volta, si accede ad una vasta sala con tavolini e sedie; in fondo alla stessa svetta  ciò che si vorrebbe sempre trovare in occasione dello spettacolo di un grande talento: un pianoforte a coda in tutto il suo splendido appeal. Come si sposerà la naturale e cruda spontaneità della Germano in una situazione tanto formale?

Le luci si spengono, un presentatore ricorda ai presenti con chi si sta per aver a che fare e lo show ha inizio. C'è poco da fare, per quanto la tecnologia possa avvicinarsi alla realtà, sentire gli accordi di “Nobody's Playing” risuonare in tutte le loro sfumature dalla cassa di un pianoforte in carne ed ossa, corde e legno, è ben altra cosa. L'artista, come l’Artemide cacciatrice, fiuta l'aspettativa dei presenti e nasconde sorniona nel suo velo di malinconica fragilità un fuoco sacro pronto a scatenarsi.
Non  sono tecnica o effetti speciali a tener banco, solo l'atmosfera ovattata e straniante ricreata dalla musa di Mishawaka. La partenza è tirata, con pochissime pause: Germano detta i tempi e stordisce i presenti, ammaliandoli e irretendoli in un mondo sospeso tra elefanti e voli di api isteriche, talvolta verbalmente descritto nei rari commenti che concede presentando la sua ultima fatica, per poi alternarlo alle decadenti ballate di “In The Maybe World”. Ecco quindi “Diamonds” che si manifesta in tutta la sensuale perfezione della sua armonia, con le progressioni sul registro basso dello strumento che non fanno sentir la mancanza degli archi. “...And So On” ci culla nel suo caldo torpore mentre “Dreamland”, rarissimo inedito presente in “Rare, Unusual or Just Bad Songs”, porta una ventata di tenera dolcezza nell’austera hall.

Un brivido non può non farsi strada tra gli appassionati di vecchia data quando i tasti d’avorio pizzicano l'indimenticabile motivo di “On The Way Down From Moon Palace”: è solo uno scherzo della signora, un divertissement per giocare con i suoi topi, alle cui emozioni viene concessa poca tregua tenendo alta la tensione con l’onirica “Pearls”.
Con tutta la sua genuina umiltà, la chanteuse approfitta per ringraziare l'organizzazione per la splendida situazione messagli a disposizione, come se non fosse un omaggio dovuto ad una della sua razza, indicando visibilmente emozionata lo splendido pianoforte di fronte a lei.
Non è un caso che la folla presente nella saletta sia in religioso e concentrato silenzio: l’impostazione dello spettacolo è meno viscerale di quella del Calamita, librandosi anzi su territori ancor più rarefatti in un tempo dilatato, sospeso, dondolato dal motivo portante di “Guillotine”, mentre l'altro episodio prelevato da “Slide”, “Wood Floors”, fa capolino nel primo bis e viene finalmente accolto da un tripudio quasi liberatorio.

Un dato sul pubblico presente alle due date non può cadere inosservato: l’età media dei presenti è sorprendentemente bassa con la fascia di età dai 20 ai 35 consistente, quando magari ci si sarebbe potuti aspettare una forte presenza di seguaci di vecchia data, tipica per artisti vissuti a lungo ai margini del music business. Una prova inconfutabile di come un’intera generazione si sia probabilmente persa qualcosa e di come il web possa essere una risposta per sopravvivere lontano dalle grande produzioni e distribuzioni.

La conclusiva “To Dream” chiude il cerchio aperto con “Nobody's Playing”, proprio come accadde nel suo “Lullaby For A Liquid Pig” - disco evidentemente ancora impresso a fuoco sulla pelle dell’autrice - riportando i presenti alla realtà, in uno stato di surreale semi-coscienza. Molti di loro conserveranno un piacevole torpore, alimentato dall’energia irradiata dal palco con garbata prepotenza nell’ora e mezza che si è appena conclusa.
Si è mai visto tanto risultato con così poco sforzo?


Contributi fotografici di Manuel Bombardelli

Setlist

5 aprile 2013: Calamita, Cavriago (Re)

 

  1. Too Much Space
  2. Ruminants
  3. No Elephants
  4. A Feast
  5. Haunted
  6. Guillotine
  7. The Prince of Platì
  8. Wood Floors
  9. In The Land of Fairies
  10. On the Way Down From Moon Palace/ Pearls
  11. From a Shell
  12. In The Maybe World
  13. Except for the Ghost
  14. Up In The Air
  15. Last Straws for Sale
  16. ...and So On
  17. Diamonds
  18. Dreamland
  19. ...to Dream

 

7 Aprile 2013 : Panic Jazz Club, Marostica (Vi)

 

  1. Nobody’s Playing
  2. In The Maybe World
  3. In The Land of Fairies
  4. No Elephants
  5. Ruminants
  6. A Feast
  7. Haunted
  8. Too Much Space
  9. On The Way Down From Moon Palace / Pearls
  10. Guillotine
  11. Up In The Air
  12. Last Straws For Sale
  13. ...and So On
  14. From A Shell
  15. Dreamland
  16. Red Thread
  17. The Prince of Platì
  18. Diamonds
  19. Wood Floors
  20. ...to Dream

La serata di Lisa Germano live al Panic Jazz Club di Marostica, 7 aprile 2013

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