
A ridosso delle feste natalizie non poteva mancare il ritorno di OnlyFuckingLabels, meeting di etichette indipendenti italiane attive nell'area noise, post-punk, sperimentale, elettronica ed eccentricità varie.
Domenica 22 dicembre è andata in scena la terza edizione ed è stato un altro grande successo di affluenza e qualità, con tanti espositori che hanno realizzato importanti affari vendendo i propri titoli a un pubblico curioso mentre, contemporaneamente, si sono esibite numerose formazioni da tutta Italia alternandosi nelle due sale del centro sociale Sisma, più che mai accogliente e vivo, sede serale di un fermento artistico potente quanto tutto in divenire.
Verso le 19 è partita la lunga maratona con il devastante set degli A.n.o. da Jesi, power duo micidiale e tecnico fatto di muscolari intrecci di chitarra e batteria che ha aperto al meglio l'appuntamento a cui ha fatto seguito l'ipnotico quanto fisico set degli ottimi The Great Saunites da Lodi.
Questo duo ha unito lunghe trame create da un basso effettato e dalle melodie, tutte efficaci, ipnotiche su cui intorno si ergevano basi pre-registrare e una batteria devastante, un vero motorik in cui bravura esecutiva e fantasia hanno lasciato assolutamente coinvolti. Il loro è un sound kraut stonato che si sposa con una certa scuola noise tecnica quanto con lo stoner più acido. Fenomenali.
Altra musica ad alto livello di caos è stata quella prodotta dagli Amin Da Da, formazione tarantina composta da due elementi dei temibili Bokassà, due degli Hysm? e uno dei Superfreak. Insomma, anche qui devastante sound che non ha celato, come in molti casi nell'ambito dell'OnlyFuckingLabels, anche una certa perizia tecnica dei musicisti.
Spazio poi all'inquietante duo trentino-berlinese-romano degli Sneers, unico progetto musicale che ha coinvolto una ragazza nella line-up artistica dell'intero festival. La band è figlia della no wave e lo ha dimostrato con un cupissimo set dissonante e “malato” che ha ricordato i più malsani episodi di Lydia Lunch e i suoi Teenage Jesus & The Jerks.
È stata poi la volta dei lanciatissimi Marnero da Bologna con il loro viscerale noise-core intenso soprattutto quando dai riff selvaggi sono passati ad armonie tese e melodiche, sempre come si fosse in bilico su una corda.
Bello poi il set degli Oslo Tapes, progetto di Lanciano parallelo ai Marigold, cupo e psichedelico, giocato su sospirati elementi di scuola post-punk che hanno unito Cure e Swans, passando per gli Ulan Bator. Coinvolgente.
Quando poi sono sono saliti sul palco i bolognesi Luther Blissett, la testa ha iniziato a confondersi sulle sequenze di una sezione ritmica tutta su tempi dispari, un sax deviato e rumorista e una chitarra che ha cacciato riff distorti e feedback senza sosta, andando ugualmente di pari passo con gli spastici stop and go di basso e batteria.
Dopo tanto sound elettrico, spazio anche all'elettronica sofisticata, che sposa la contemporanea, del duo Synusonde, composto dai musicisti maceratesi Paolo F. Bragaglia e Leonardo Francesconi. Piano elettrico, laptop, effetti vari sono state le attrezzature utilizzate dal duo per un live di vera classe espressiva, emotività e gusto per la ricerca della singola nota o suono essenziale. Gli applausi sono poi scrosciaiti spontanei.
Si è poi tornati a formule più rock sghembe che sposano il pop più stravagante con Gli Ebrei da Pesaro, band che annovera Alessandro Ferri batterista anche dei Soviet Soviet.
Dopo il loro slabbrato set si è tornati ad ascoltare ricerca elettronica con Alberto Boccardi, artista attivo anche nelle musiche per teatro, danza e film. In questa sua esibizione maceratese ha unito elementi di musica ambient estatica con disturbi digitali e frammentazioni rumoriste che hanno assolutamente coinvolto nel proprio immaginario sonoro.
Si è continuato poi con Io Monade Stanca da Finale (Cn) autori di un concerto fatto di nonsense espressivo grazie al chitarrista Nicolas J. Roncea atto a impersonare, con mimesi facciale, le smorfie di un pazzo totale dentro un manicomio. Il trio ha giocato con il pubblico intrattenendolo anche con siparietti ma soprattutto suonando una sorta di math-rock in cui il cantato si è aperto a urla in falsetto e stravaganze varie che nel disco invece rimangono celate.
Si è invece presentato incappucciato Mai Mai Mai, il progetto elettronico di Toni Cutrone già attivo con Hiroshima Rocks Around e Troble Vs Glue. L'artista ha trasportato con le sue macchine in esoterici territori dove si sono intravisti mondi arabi e africani sotto coltri di sabbia e acqua digitale.
La chiusura è stata poi affidata ai Meteor con un set al fulmicotone tale da risvegliare, in tarda notte, tutti coloro che inziavano a meditare il letto.
Anche il numero 3 di OnlyFuckingLabels è andato in archivio con piena soddisfazione di organizzatori, pubblico e band, e questa serata ha rafforzato ancor più l'idea che in Italia ci sono veramente tante realtà importanti e da seguire con attenzione per fantasia e originalità, con buona pace di chi crede ancora, per personale mancanza voglia di scavare fra tante produzioni nazionali, che nel nostro paese non esistano gruppi degni del pur minimo interesse.
Foto a cura del Csa Sisma