Noisy, progressive, psychedelic, electro post-rock. Non importa quanti concerti dei Mogwai si siano visti: ogni volta si va incontro a qualcosa di diverso. Da quelli pieni di grandi classici, con le due parti di “Helicon”, ai tour de force sonori, con la mezz’ora di “My Father, My King” (Rock Action/PIAS, 2001). Le aspettative sono sempre tante, e alte. Non poteva essere diversamente questa volta, alla luce di un disco particolare e accurato come l’ultimo “Rave Tapes” (Rock Action/Sub Pop, 2014).
Intanto i Mogwai si confermano perfetti negli ‘incipit’, nell’avviare un live come un disco in maniera magistrale, e il concerto all’Alcatraz di Milano ha alcuni dei più memorabili ‘’incipit’ della loro recente discografia. “Heard About You Last Night”, prima traccia di “Rave Tapes”, diventa così il brano ideale per scaldarsi e calibrare i suoni elettronici della sezione ritmica e dei synth con quelli delle due chitarre.
Prima di scivolare in un’alternanza di elettronica e distorsioni, la doppietta “Friend of the Night” e “Take Me Somewhere Nice” – unica incursione in “Rock Action” (Southaw/PIAS, 2001) – crea un clima di familiarità e fiducia per cui la band può decidere di proporre ai suoi fan qualsiasi canzone. Su quest’ultima compare anche il violino di Luke Sutherland, musicista e scrittore già collaboratore dei Mogwai, a rendere ancora più intensa una canzone molto amata dal pubblico della band di Glasgow.
La parte centrale del live è un mix di brani tratti da “Hardcore Will Never Die, But You Will” (Rock Action/Sub Pop, 2011), “Rave Tapes”, “The Hawk is Howling” (Matador, 2008) e “Mr. Beast” (Rock Action/PIAS, 2006). I pezzi di “Rave Tapes” dal vivo si liberano in groove trascinanti, chitarre nitide, suoni elettronici e ritmiche riverberate anche dai tratti oscuri, a ricordare le atmosfere fosche dei Portishead di “Third” (Mercury/Island, 2008). “Remurdered” incede vorticosa, quanto a suo tempo incalzava “Christams Steps” (stavolta da “Come on die young” gli scozzesi hanno preferito “Ex-Cowboy”). I brani più distorti si alternano a quelli in cui protagonista è il pianoforte. Tutto è incredibilmente compatto, spazialmente frontale o circolare, minimale quanto carico di strati di linee di chitarre, basso e synth.
Il finale è la perfetta sintesi di tutti gli elementi: “The Lord is Out of Control”, “Auto Rock” e “Mogwai Fear Satan”, il brano più vecchio tra quelli suonati stasera – da “Young Team” (Chemikal Underground, 1997) – più breve del solito ma di una bellezza e intensità non intaccate dal tempo.
I Mogwai dal vivo confermano semplicemente di essere una delle migliori band degli ultimi venti anni. Ogni live suona in maniera diversa, con un taglio sonoro specifico e una scaletta studiata in base al sound. La perizia compositiva e sonora, l’impatto e la resa sono sempre incredibili. L’intesità emotiva della loro musica è moltiplicata al cubo. E da oggi “Rave Tapes” non può che piacere ancora di più.
«Ghosts in the photograph
never lied to me.
I’d be all of that.»
- Heard About You Last Night
- Friend of the Night
- Take Me Somewhere Nice
- Rano Pano
- Deesh
- Ex-Cowboy
- Mexican Grand Prix
- White Noise
- I'm Jim Morrison, I'm Dead
- How to Be a Werewolf
- Remurdered
- Batcat
- The Lord Is Out of Control
- Auto Rock
- Mogwai Fear Satan