01/07/2015

Timber Timbre

Carroponte, Milano


Avendo perso il concerto dello scorso novembre al Biko, la location ideale per un live dei Timber Timbre, la data al Carroponte di Milano arriva con un misto di grandi aspettative e perplessità. Il sound fumoso e suadente del gruppo di Taylor Kirk non sembrerebbe, infatti, particolarmente adatto a un palco all’aperto come quello del parco industriale di Sesto San Giovanni, e il timore di una resa minore dell’atmosfera unica dei pezzi serpeggia tra il pubblico.

È finalmente buio, poco dopo le 22 di una caldissima sera d’estate, quando i quattro Timber Timbre salgono sul palco. Le note di “Grand Canyon” aprono lo spettacolo, svelando immediatamente quale sarà il mood della serata: la lenta sensualità dei brani lascia spazio a nuovi arrangiamenti più tirati e taglienti, che si adattano perfettamente al contesto per nulla intimo e racchiuso. Emerge l’anima più legata al folk delle origini, in questa ora e mezza di live, con suoni che alternano rimandi al rock’n’roll degli anni Cinquanta – soprattutto nella prima parte del concerto, con il medley tra “Curtains?!” e “Resurrection Drive pt. II”, “Black Water” e “Low Commotion” – e momenti estremamente cupi, che sembrano rubati alla colonna sonora di un film espressionista.

A fare da spartiacque è “Hot Dreams”, l’apice della serata. La dolcezza della ballad fa riaffiorare per un attimo tutta la voluttuosità dell’album omonimo; e l’essenza cinematografica della musica dei Timber Timbre esplode mentre sul palco si illumina una mirrorball. La coda strumentale è lunga, gli echi space rendono tutto sospeso nel tempo, mentre sul fondo le luci colorano di viola le fronde degli alberi, e Giove e Venere si sfiorano nel cielo.

Il bianco e nero delle suggestioni del gruppo canadese ritorna nell’encore, aperto da Kirk solo che intona con la sua chitarra “Run From Me”, per essere raggiunto dal resto della band sulla note finali. La tensione che vibra dalle corde è smussata dall’organo, che riequilibra il sound del pezzo fino a riportarlo a quello di ninna-nanna gotica, una murder ballad violenta e disperata nella sua dolcezza.

Non tradiscono, i Timber Timbre, nella resa del loro blues spettrale, sempre in bilico tra Southern-Gothic e pellicole lynchiane. E sono sogni bollenti quelli che affidano alla nostra notte d’estate.

Setlist

Grand Canyon
Beat the Drum Slowly
Bring Me Simple Men
Lonesome Hunter
Until the Night Is Over
Curtains?!/ Resurrection Drive Part II
Black Water
This Low Commotion
Hot Dreams
The New Tomorrow
Magic Arrow
Bad Ritual
Woman
--
Run From Me
Creep On Creepin' On
I get Low
Trouble Comes Knocking

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