
Il successo dei Cani continua. Li abbiamo visti soltanto qualche settimana fa a Roma riempire l’Atlantico, uno dei tanti sold out recentemente collezionati lungo la nostra penisola. Li ritroviamo in una dimensione completamente diversa, molto più intima, a inaugurare la nuova Sala B di Rai Radio2 in Via Asiago: è il primo di una lunga serie di concerti in diretta che caratterizzeranno la stagione di “Radio2Live”, il programma condotto da Carolina Di Domenico e Pier Ferantini, che ogni venerdì alle ore 21,00 propone le esibizioni di artisti italiani e internazionali.
Le dimensioni della sala, architettata come un vero e proprio live club, con in più un’acustica impeccabile, consentono l’ingresso soltanto a un numero limitato di persone, ma tutte le altre hanno la possibilità di ascoltare in diretta l’intero set dalle frequenze di Radio2Rai, e persino di guardarlo in streaming via web.
La formula, già collaudata in passato, prevede blocchi di tre o quattro canzoni intervallati da brevi intermezzi durante i quali Carolina e Pier dialogano con i musicisti e invitano il pubblico a intervenire attivamente ponendo domande.
La prova live decreta la vittoria de I Cani riguardo la scommessa di produrre un album più “maturo”: “Aurora” correva il rischio di non piacere, e invece a conti fatti risulta apprezzatissimo dai fan storici e sta persino riuscendo ad allargare la base dei sostenitori.
La scaletta è incentrata proprio sulle tracce che compongono il terzo album della formazione romana, dal quale ne vengono proposte ben 10 su 11, partendo da “Baby soldato” per arrivare a “Il posto più freddo”, alternando momenti ballabili ad altri introspettivi, in particolare nella parte centrale del set, nella sequenza che vede protagoniste “Aurora”, “Una cosa stupida” e “Sparire”, con Contessa impegnato al synth in perfetta solitudine.
Le concessioni ai primi due dischi sono “Hipsteria”, “Sfortuna” e l’acclamatissima “Corso Trieste”.
Due i bis concessi, dei quali il primo (“I pariolini di diciott’anni”) a diretta ancora aperta e il secondo regalato al solo pubblico presente, il quale viene chiamato a scegliere una canzone: vince “Lexotan”, per il tributo finale che questa volta non può prevedere alcuna forma di stage diving, come di solito accade su palchi più grandi.
Congiungere indie e mainstream, far ritornare la cameretta luogo principe della creatività musicale, parlare con semplicità al mondo, rivolgersi ai giovani con il loro stesso linguaggio, tutte sfide che Niccolò Contessa sta lentamente vincendo.
Da oggetto misterioso e non poco singolare, il timido cantautore romano è diventato un culto e si sta gradualmente affermando come una delle realtà più seguite a livello nazionale, non solo dai più giovani. Dietro di lui una nutrita schiera di nuove leve si è messa in scia (il nome di Calcutta è scontato…), segno che la traccia segnata da I Cani è da considerare tutt’altro che trascurabile.
Nella foto: Niccolò Contessa intervistato da Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini