Il tour di “Folfiri o Folfox” prosegue, mettendo in fila un sold-out dopo l’altro, con una facilità che gli Afterhours non hanno mai avuto nel corso della propria lunga carriera. Vuoi perché col tempo hanno consolidato il ruolo di vera e propria istituzione del rock alternativo italiano, vuoi perché oggi Manuel Agnelli si è imposto come personaggio televisivo, attirando ovvia curiosità nei confronti della band.
Abbiamo seguito due date della tranche del tour pensato per gli spazi chiusi, con tanto di coda dedicata ad alcune città europee, assistendo agli spettacoli tenuti il 22 marzo all’Atlantico di Roma e il 21 aprile alla O2 Academy Islington di Londra.
Sulla data romana non si può prescindere dal sottolineare l’acustica imbarazzante del locale (non a torto Morrissey qualche tempo fa arrivò persino a insultare la struttura) che penalizza a dismisura una band che avendo tre chitarre sviluppa un muro di suono non indifferente.
Tutt’altro discorso sull’azzeccatissima location londinese, situata non distante dal centro cittadino, dove è stato possibile tornare ad ammirare gli Afterhours in un live club raccolto, a stretto contatto col sestetto, come in Italia è ormai piuttosto difficile fare, e in un orario decisamente inusuale per le abitudini della nostra penisola: alle 20,10 il gruppo era già on stage.
La setlist, ancor più che durante le date della scorsa estate, pesca con forza dal complesso “Folfiri o Folfox” (8 tracce eseguite a Londra, addirittura 14 a Roma), il recente lavoro della formazione milanese incentrato sulla malattia del papà di Manuel, sacrificando tanti cavalli di battaglia, e di conseguenza molti desideri dei fan della prima ora.
E’ evidente quanto “Folfiri o Folfox” rappresenti un progetto sul quale Agnelli crede fermamente, e poco importa del rischio di non trovare il pubblico preparato a recepire canzoni non certo immediate, dove accanto al lato più orecchiabile (“Non voglio ritrovare il tuo nome”, “Se io fossi il giudice”) non vengono tralasciate le derive avanguardistiche dominate dalla presenza di Xabier Iriondo (“San Miguel”, “Folfiri o Folfox”), a sottolineare un percorso che vuole essere tutt’altro che furbo e rassicurante.
La band è rodatissima, la migliore line-up di sempre degli Afterhours, in grado di affrontare qualsiasi situazione senza timori reverenziali, basti notare con quale calma e compattezza entrano ed escono dal palco durante l’esecuzione di “Grande”, o come sanno farsi valere mutando lo scenario sonoro di riferimento, passando con disinvoltura dai suoni obliqui di “Costruire per distruggere” alle carezze dolenti di “Ci sono molti modi”, dalla parentesi instrumental noise di “Cetuximab” alla grinta alt-rock di “La verità che ricordavo”.
Sta di fatto che, a parte alcuni brani nuovi rapidamente divenuti degli instant classic, il pubblico si riscalda soprattutto sui pezzi storici, quelli sui quali si va sempre sul sicuro: non solo sulle note dell’inno “Male di miele” (a Roma posizionato in apertura del primo bis), ma anche per l’accoppiata “Ballata per la mia piccola iena”-“La sottile linea bianca” o per l’intramontabile “Quello che non c’è”, scelta per chiudere tutte le serate italiane (all’estero c’è stato il regalo dell’altro superclassico “Non è per sempre” a siglare il congedo).
Lievemente più breve la scaletta della serratissima tranche europea (8 date in 11 giorni), che ha portato gli Afterhours a riempire spazi dove il rock italiano troppo spesso continua a essere visto come un fenomeno di colore, e riuscire in questo tipo d’impresa non è mai così scontato, sebbene l’apporto dei tanti italiani presenti sia stato di grande aiuto.
Un cenno sugli opening act: in Italia Andrea Biagioni, già in squadra con Manuel durante X-Factor: gran bella voce e l’onore di condividere il palco con gli Afterhours durante l’esecuzione della cover di Bruce Springsteen “State Trooper”. Fuori dai nostri confini è invece toccato a Il Cile: l'occasione della vita, che il giovane cantautore ha sfruttato senza demeritare.
(Nella foto: Afterhours live @ London, O2 Academy Islington)
Setlist Roma
Né pani né pesci
Qualche tipo di grandezza
Oggi
Il mio popolo si fa
Ballata per la mia piccola iena
La sottile linea bianca
San Miguel
Musa di nessuno
Non voglio ritrovare il tuo nome
Ti cambia il sapore
Cetuximab
Grande
Costruire per distruggere
La tempesta è in arrivo
Noi non faremo niente
Se io fossi il giudice
Folfiri o Folfox
Fra i non viventi vivremo noi
L’odore della giacca di mio padre
…. ….
Male di miele
La verità che ricordavo
Tutti gli uomini del presidente
Bye Bye Bombay
…. ….
Ophryx
Padania
La vedova bianca
Ci sono molti modi
State Trooper
…. ….
Quello che non c’è
Setlist Londra
Né pani né pesci
Qualche tipo di grandezza
Oggi
Il mio popolo si fa
Ballata per la mia piccola iena
La sottile linea bianca
San Miguel
Non voglio ritrovare il tuo nome
Cetuximab
Grande
Costruire per distruggere
La tempesta è in arrivo
Se io fossi il giudice
Folfiri o Folfox
Male di miele
Ci sono molti modi
…. ….
La verità che ricordavo
Padania
La vedova bianca
Bye Bye Bombay
…. ….
Quello che non c’è
Non è per sempre