
Di fronte a me c’è Marco, proprio lui il Bercy, e mi sta raccontando qualcosa di importante. Non è che riesca a sentirlo benissimo, visto che ci troviamo a due passi da una sala da ballo dove hanno pensato bene di intrattenere l’attesa dell’imminente esibizione dei Fitness Forever sparando della musica a volume insostenibile. Quindi, dopo tentativi più o meno urlati, glielo chiedo a Marco "Usciamo un attimo fuori o no?".
Ma proprio in quel momento, con la coda dell’occhio, scorgo una figura minuta che fa capolino, sgusciante e cambio idea, rimaniamo seduti. Ma glielo faccio notare a Marco che accanto a noi passeggia una ragazzina dai contorni decisamente gustosi. Lui fa finta di nulla. Ma invece prende nota e così quando ci approssimiamo al palco mi fa: "Guarda che la tipina è la flautista dei Fitness Forever". Ma dai?! Allora deve essere bravissima.
Ed è bravissima. E i Fitness Forever, che sto canticchiando senza ritegno da una settimana, sono delle belve. Mi chiedeva Marco, sempre lui, "Come faranno a trasportare on stage tutto quel concentrato di note che pervade il loro nuovo album 'Tonight'?”. Semplice, sul palco si presentano in otto e sono tutti assi, draghi, fuoriclasse.
Cosa fanno i Fitness Forever? Dalle recensioni sempre più frequenti li si racconta come depositari del pop più elegante, divertente, omaggiante, suadente, tra Bacharach e Stereolab, Umiliani e Carella, Le Freak C’est Chic. Ma appena partono mi giro verso Marco e gli dico che sembrano i primi Matia Bazar. D’un tratto vengo come trascinato dentro un salotto, in un post-pranzo domenicale di fine anni 70, con un sottofondo morbido ma ritmato, quasi lezioso, mentre gli acini d’uva danzano, il caffè sgorga, Domenica In parte con la sua maratona, Discoring è pronto a nastri di partenza, la poltrona sembra inghiottirti.
Mi sveglia Mauro, un colpo di gomito lieve, come per dire … guarda un po’? Guardo e trovo Nicoletta Battelli che si è impadronita del microfono, è la cantante! Ed è ovviamente uno splendore estetico. Prova due passi di danza, ma poi ci ripensa, canta e sembra un usignolo in discoteca, perfetta. Bella, brava ma pure buffa, perché sembra suggerire l’idea che non gliene freghi nulla di stare sul palco, come se stesse facendo un favore a tutti. E la cosa è assolutamente irresistibile, soprattutto perché non voluta (come mi confermerà alla fine della serata un suo conoscente, tale Carlos Valderrama).
Dietro di lei si scatena il finimondo: un batterista, Andrea De Fazio, invalicabile e spettacolare come il Castellini ultimo baluardo volante, Scialdone, che pare Bernard Edwards mascherato da pizzaiolo ma invece è Scialdone e suona il basso e canta da fenomeno del ritmo melodico, Massimo Imperatore che fa il timidone ma poi funky il gallo e lick di chitarra da leccarsi i baffi e pure la barba della quale è ampiamente provvisto, Roberto Porzio che sembra uno e trino alle tastiere, vista la capacità di accompagnare ed eseguire quattro soli contemporaneamente, Pietro Santangelo che soffia sul sax come se fosse sempre l’ultima volta e a un certo punto sembra quasi capottarsi per lo sforzo immane, Francesca Diletta Iavarone prima responsabile del cortocircuito spazio temporale con il suo flauto traverso, e intanto canta, balla, scruta lo spartito, richiama la regia, sorride, carica, e Gaetano Scognamiglio, il nuovo Marrale, voce, chitarre, percussioni, tastiere, leadership, sorrisi a profusione, strette di mano, ringraziamenti, baci a e pure abbracci.
E su disco i Fitness Forever escono alla grande, in perfetto equilibrio, una colonna sonora multi-uso, ma sul palco sono furiosi, in un gioco di incastri vocali e strumentali che sembra piovuto dal cielo. Napoli centrale, Napoli ovunque, Neapolitan Power, è di nuovo Piazza del Plebiscito, con Pino, James, Tullio, Toni, Rino, Joe, un coinvolgimento, un trasporto. "Veniamo da lì", mi dice Scognamiglio. O era Valderrama? Boh?! Vabbe', Fitness Forever, e riparti di slancio!