22/08/2018

Nick Murphy (fka Chet Faker)

Circolo Magnolia, Milano


di Lorenzo Bruno
Nick Murphy (fka Chet Faker)

Un mio amico molto saggio dice sempre che per combattere la tristezza non c’è niente di meglio di un buon concerto, possibilmente con una birra in mano e una buona compagnia al tuo fianco. Nel mio caso mi sono dovuto accontentare di una media chiara in solitaria (e sì, se ve lo state chiedendo, quel "mio amico molto saggio" in realtà sono io), ma tanto è bastato per archiviare velocemente il doloroso rientro in ufficio. Certo, le zanzare e il caldo torrido del Magnolia non hanno aiutato, eppure il bosco alle porte di Milano ha registrato il pienone per Nick Murphy, l’artista un tempo conosciuto come Chet Faker. Sono passati ormai quattro anni dall’ultima apparizione in Italia nel tour di supporto all’acclamato disco “Built On Glass”. E così, dopo aver abbandonato il moniker che l’aveva di fatto consegnato al successo, il buon Murphy riparte con una rinnovata veste live e nuove (poche) canzoni tutte da gustare.

Ma andiamo con ordine. In questa torrida notte di fine estate, una menzione speciale se la merita l’opening act Alice Bisi con il suo progetto Birthh. L’esordio brillante a soli 19 anni con “Born In The Woods”, disco del 2016 molto apprezzato anche all’estero, il recente tour estivo negli States, il nuovo album alle porte: un biglietto da visita già di per sé molto interessante per la musicista toscana. La giovane Alice riesce fin dai primi istanti a catalizzare l’attenzione del pubblico con i suoi delicati arpeggi di chitarra in loop e scosse di drum pad, cullando il nostro ritorno alla routine di città mentre la nostra mente è ancora in una spiaggia lontana da Milano. Un dream-pop di qualità in cui il punto di forza è senza dubbio la voce: pulita, leggera, malinconica al punto giusto e mai melensa, quasi un compromesso tra Elena Tonra dei Daughter e Romy Madley Croft degli XX. Per chi come il sottoscritto ancora non la conosceva, davvero una piacevole sorpresa.

C’è da attendere le 22.15 per vedere Nick Murphy palesarsi sul palco milanese. La massiccia presenza femminile tra il pubblico non mente: giacca nera e camicia bianca, scapigliato e barbuto al punto giusto, l’australiano che sembra uscito da una pubblicità di Dolce&Gabbana piace, eccome se piace, e sul palco non fa nulla per nascondersi. Ma noi, che di musica ci nutriamo e di musica vogliamo parlare, siamo qui per capire se la dimensione live ci conferma l'evoluzione nel suono del fu Chet Faker fino all'ultimo Ep “Missing Link” dello scorso anno. “Built On Glass”, sebbene abbia ricevuto un seguito senza dubbio importante, ci aveva lasciato una sensazione di incompiutezza e di mancanza, come se le idee ci fossero ma che ci fosse pure bisogno di qualcos’altro per renderlo davvero un disco di spessore. Non è un caso che Murphy abbia pensato di arricchire il suo live set con 4 musicisti (batteria, basso, chitarra e tastiere + sax), costruendo impalcature sonore più calde e muscolari a supporto delle sue canzoni spesso troppo fredde e scheletriche. D’altronde, è stato lui stesso a farlo presente quasi un anno fa: “There’s an evolution happening and I wanted to let you know where it’s going”, e l’evoluzione evidentemente non riguardava solo la scelta del nome.

Questa dichiarazione di intenti è resa evidente dalla potenza delle ultime composizioni (“Fear Less” che ricorda un po’ le cattedrali sonore di Trentemøller, il pulsare depechemodiano di “Forget About Me”), fino alla rilettura dei grandi classici a firma Chet Faker: “Talk Is Cheap” appare in una versione live più densa e musicalmente piena, la linea di basso è in evidenza in “Gold” e una sinuosa versione di “To Me” segna forse la perla più lucente di tutta la serata. Un continuo bilanciamento tra calma e fragore, tra venti gelidi dell’elettronica e muri sonori di matrice alt-rock, tra intimismo electro-soul e accenni di dancefloor che strizza quasi l'occhio al funk. Un’ora e un quarto di live in cui questi incontri/scontri (anche e soprattutto tra presente e passato) mantengono sempre alta la tensione di fondo, in cui il pianoforte e il sax che accompagnano la voce morbida dell’australiano si muovono con disinvoltura e trovano sempre il modo di farsi riconoscere.
Questa continua ricerca di equilibrio, che può rappresentare tanto un rischio quanto un’opportunità, non può che portarci a una conclusione: ad oggi, cercare di definire la musica dell’australiano è davvero cosa complicata. 

E quindi potrebbe essere questa, l’evoluzione invocata dal bel Nick? Riempire i vuoti, accendere le luci delle vecchie stanze buie, dare un tocco di colore ai bianchi e grigi del passato. Solo il futuro potrà darcene conto. Nel frattempo è stato comunque interessante osservare da vicino questa strana creatura sonora multiforme, in una torrida notte milanese di fine estate.

Setlist

Bye
Gold
I'm Ready
1998
Weak Education
The Trouble With Us
Birthday Card
Burning Skin
To Me
Forget About Me
Cigarettes & Loneliness
Talk Is Cheap
Fear Less

Believe Me
Medication