
Sono ormai oltre due anni che Yann Tiersen porta in giro per l'Europa il tour in solitaria di “EUSA”, e qualcosa vorrà pur dire. Per lui che arrivava dalla fase più sperimentale della carriera, con le commistioni di rock ed elettronica che si protendevano ostinatamente in cerca di nuovi linguaggi musicali, riabbracciare un'estetica essenziale ha significato riportare tutto a casa. Una casa che ormai conosciamo bene, noialtri che continuiamo a seguire i peripli artistici del compositore bretone: l'Ile de Ouessant, trenta chilometri al largo del Finistère, la punta nord-occidentale del territorio francese. Un posto sperduto e per certi versi misterioso, eppure familiare al pubblico che riempie l'Anfiteatro del Vittoriale che, dopo l'ennesima stagione vittoriosa di “Tener-a-mente”, va a esaurire il proprio cartellone nell'ultima notte di luglio affidandosi all'estro di Tiersen.
Una notte afosa, in realtà, ben lontana dalle scogliere spazzate dal vento del nord che il compositore francese va comunque a evocare nei rintocchi di pianoforte e nei field recordings che rendono l'esplorazione ancora più vivida. “EUSA” è infatti la mappa in musica dei vari luoghi che compongono l'Ile de Ouessant, una geografia di località perlopiù remote che Yann Tiersen traduce in sensazioni o, meglio ancora, emozioni. Introdotti dalla lingua bretone di Anjela Duval, ci si arrampica sui girotondi di “Pern” e “Penn ar Roc'h” - nemmeno troppo lontani da quelli più celebri della Ost di “Amelie Poulain” - e si scende negli abissi di malinconia di “Portz Goret” e “Lok Gweltaz”. I toni austeri di “Kereon” e il contrappunto esuberante di “Kadoran” sono variazioni a una materia che trova in “Penn ar Lann” il punto di un equilibrio pressoché perfetto.
Esaurita in un'oretta la scaletta dell'ultimo album, c'è spazio per qualche classico del repertorio, e soprattutto per vedere l'artista alzarsi dal pianoforte per suonare (anche) violino e toy piano. Il “Mouvement Introductif” è un retaggio del primissimo Tiersen, quello di “Rue de Cascades”, così come “Prière n.2”. “Naval” è un brano di un'altra colonna sonora scritta soprattutto per piano: “Tabarly”. “La Valse des Monstres” dà il nome all'omonimo, altrettanto datato disco, ma è conosciuta al grande pubblico per fare parte della soundtrack di Amelie. Stesso discorso vale per “La Dispute”, introdotta da una piano harmonica e proveniente da quel capolavoro quasi dimenticato che è “Le Phare”. Sempre da lì arriva l'impetuoso assolo di violino di “Sur le fil” che chiude il sipario risvegliando dal torpore di un sogno di mezza estate.