
Se c’è una cosa che gli ultimi mesi hanno insegnato al genere umano è sicuramente saper apprezzare ciò che si ha, su tutto la libertà: di vivere, sbagliare, gioire, arrabbiarsi, viaggiare, sognare e, perché no, godersi un concerto.
In un’estate in cui ci si preparava già a fare i conti con la totale assenza di musica dal vivo, ci sono, invece, alcune realtà sparse sullo Stivale che hanno deciso di osare contando sul buonsenso degli spettatori, la sete di musica e un pizzico di testardaggine. Tra le regioni italiane che hanno concesso la più vasta proposta musicale festivaliera c’è sicuramente la Puglia, vuoi per le politiche adottate in questi anni, vuoi per il respiro musicale che la sta contraddistinguendo da tempo.
Uno di questi palchi è quello del Locus Festival, organizzazione ormai consolidata con base a Locorotondo che, edizione dopo edizione, ha saputo regalare tra i più svariati nomi nazionali e internazionali accontentando tutti i gusti del pubblico.
La serata di pre-Ferragosto è stata affidata alle sapienti mani del neo-duo Colapesce e Dimartino reduci dal loro album “I mortali”, uscito durante il lockdown ma che ha saputo, come tutti i lavori di qualità, farsi strada.
Nella bellissima cornice della Masseria Ferragnano, si sono dunque esibiti i due cantautori siciliani dopo mesi di astinenza presentando una non poca carica emotiva che si è riversata rigogliosa sul palco.
Dopo l’apertura senza infamia e senza lode de La Municipàl, Antonio e Lorenzo hanno dato davvero il loro meglio creando una sinergia artistica quasi perfetta. Il live, strutturato su un set ridotto ma convincente grazie alla presenza di Alfredo Maddaluno, è scivolato via sotto le stelle di Locorotondo per più di due ore di piacevolissimo repertorio.
Oltre il brano contenuto nel nuovo album scritto a quattro mani, Colapesce e Dimartino hanno cercato di ricreare anche una parentesi di intrattenimento un po' zoppicante ma comunque ripagata totalmente nel corso del concerto.
Vincente l’idea di ripercorrere le rispettive carriere ripescando successi ora dell’uno ora dell’altro e riarrangiandoli in modo azzeccato e mai depersonalizzato.
Se c’è una cosa infatti da sottolineare è l’atmosfera che hanno saputo creare sia con la loro bravura che con la loro presenza scenica, pacata ma avvolgente. Due voci che si sostengono in volo e abbracciano a terra, creando piccole parentesi di puro piacere.
Due mortali, Colapesce e Dimartino, che sicuramente vale la pena di seguire in questa estate un po' strana ma da un sapore a volte nuovo: la qualità.