23/06/2022

Royal Blood

Alcatraz, Milano


di Martina Vetrugno
Royal Blood

Il pomeriggio in attesa dei Royal Blood, power duo composto dal frontman Mike Kerr e dal batterista Ben Thatcher, si prospettava afoso e intenso fuori dall’Alcatraz di Milano, dato l’arrivo dei primi spettatori già in tarda mattinata, ai quali non si poteva dare torto: dopo diversi rinvii causa Coronavirus, la band di Brighton stava per rimettere piede in Italia a distanza di ben cinque anni dalla sua ultima visita. Vi era inoltre un presentimento infausto che sfiorava i partecipanti circa la salute di Kerr, il quale, ancora provato dagli strascichi del Covid contratto a fine marzo, si era visto costretto pochi giorni prima a dover interrompere l’esibizione a metà all’Hurricane Festival di Scheeßel in Germania, a causa di un brusco calo di voce.

 

A fare gli onori di casa tocca agli eterni opener in cerca della svolta all’interno del panorama alt-rock, The Amazons, capitanati da Matt Thomson, che scaldano la platea con un pugno di brani, dando la precedenza alla potenza delle chitarre di “Ready For Something”, l’anthemica e orecchiabile “Bloodrush” e l’inedito crescendo “One By One”, anticipazioni del terzo lavoro “How Will I Know If Heaven Will Find Me?” in arrivo a settembre.
I Royal Blood fanno capolino accompagnati dal turnista Darren James, addetto a tastiera e cori, aprendo con la coinvolgente “Typhoons”, brano cardine dell’omonimo e divisorio lavoro risalente allo scorso anno, al quale fa seguito l’ancor più grintosa “Boilermaker”, prodotta da Josh Homme, la cui impronta si percepisce molto, con il pubblico che si scatena ancora di più.

La scaletta scelta è ben equilibrata e alterna abilmente tutti i successi del duo, che regge bene la scena per quasi un’ora e quaranta e un totale di diciassette pezzi, pescati in buona parte dall’ultima opera, a tasso più dance, e dal debut “Royal Blood”, che nel 2014 li ha consacrati al grande pubblico con sonorità più grezze e hard rock, includendo anche il singolo arrivato a sorpresa a marzo, “Honeybrains”.
A catalizzare l’attenzione sono il basso tagliente di “Hook, Line & Sinker” e soprattutto “Little Monster”, corredata da un’improvvisazione di batteria di Thatcher in chiusura, episodio che fa di lui la vera star della serata e conferma a pieni voti il recente titolo attribuitogli da più riviste specializzate, ovvero “uno tra i migliori batteristi del Regno Unito”, oltre ai giochi di prestigio di “How Did We Get So Dark?”.

Le luci scarlatte incorniciano la lenta “Blood Hands”, dopo la quale James viene di fatto presentato da Kerr come “il terzo Royal Blood” sul palco, inginocchiandosi di fronte a lui al termine di “Million And One”: con il quarto album già in lavorazione, potrebbe trattarsi di un’apertura verso sonorità ancor più elettroniche? Probabilmente sarà solo questione di mesi per scoprirlo. “Loose Change” e la più famosa piccola meteora “Figure It Out” accompagnano il pubblico fino all’encore, che prevede un attimo di quiete con il piano di “All We Have Is Now”, spiazzante rispetto al resto, ma alla lunga uno dei momenti passati maggiormente in sordina per riuscire a riprendere fiato, giusto in tempo per chiudere con i cavalli di battaglia “Ten Tonne Skeleton” e “Out Of The Black”.

Sebbene leggermente giù di tonalità a livello vocale, anche se non si esclude un piccolo problema legato all’acustica non sempre eccelsa all’interno della venue, i Royal Blood portano a casa una prova più che degna, che lascia sudati e soddisfatti i fan al 100%, rimarcando la necessità di musica live forse senza eccessive pretese e che fa storcere il naso a chi è alla ricerca di qualcosa di più sofisticato. Una performance per questo indirizzata maggiormente a chi ha tanta fame di energia (e in fondo chi non ne avrebbe, ora come ora?) e dalla premiata ditta Kerr-Thatcher probabilmente troverà sempre pane per i suoi denti.

Setlist
Royal Blood

Typhoons
Boilermaker
Lights Out
Come On Over
Trouble’s Coming
Hook, Line & Sinker
Honeybrains
Little Monster
How Did We Get So Dark?
Blood Hands
Million And One
Limbo
Loose Change
Figure It Out

Encore

All We Have Is Now
Ten Tonne Skeleton
Out Of The Black

The Amazons

In My Mind
Ready For Something
Bloodrush
Mother
One By One
Black Magic
Royal Blood su OndaRock
Recensioni

ROYAL BLOOD

Typhoons

(2021 - Warner Records, Black Mammoth Records)
Il ritorno del duo di Brighton screziato da melodie dancefloor