08/12/2022

Umberto Tozzi

Gran Teatro Geox, Padova


Gloria Forever! Ovvero, guarda un po' chi si rivede: Umberto Tozzi, l'artista italiano con qualche decina di milioni di copie vendute nel mondo (diverse fonti ne contano ottanta), con brani che sono stati inseriti in pellicole di enorme successo come "Flashdance" ("Gloria", proprio lei, nella celebre interpretazione in inglese della compianta Laura Branigan, che per il film incise anche "Imagination": chissà se le riascolteremo entrambe in un'edizione deluxe della colonna sonora, in fondo il quarantennale è vicinissimo...), "The Wolf of Wall Street" di Martin Scorsese con Leonardo di Caprio ("Gloria", ancora una volta) e serie tv come "La casa de papel" ("Ti amo", già rispolverata per "Asterix e Obelix" e che pochi anni fa ha soffiato le prime quaranta candeline).

 

Per alcuni un semplice guilty pleasure, per altri una vera e propria istituzione della canzone pop più classica, tanto semplice nella struttura quanto finemente arrangiata, accompagnata da testi spesso ai limiti nel nonsense - e talvolta pure in grado di oltrepassarne abbondantemente la soglia, si pensi al mitico "guerriero di carta igienica" all'intero testo di "Stella stai", criptico a dir poco - opera del formidabile sodalizio artistico con Giancarlo Bigazzi, durato fino al fortunato album "Gli altri siamo noi" datato 1991.
Per quanto abbia cercato di emanciparsi come cantautore a tutto tondo, curando le parole oltre alla musica, i risultati hanno avuto alterne fortune (ottimo il riscontro di "Equivocando", con "Io muoio di te" vincitrice del Festivalbar nel 1994, ma il successivo "Il grido" lasciò interdetti diversi fan della prima ora). Per quanto le cose da salvare non manchino di sicuro in lavori come "Aria e cielo", scritto con l'aiuto di Mogol, ma anche "Un'altra vita" e lo sfortunato "Le parole" (che prima o poi rivaluteremo), nulla è stato recuperato da questi dischi per la scaletta del tour che celebra con lieve ritardo (perdonabilissimo, vista la pandemia) otto lustri dall'uscita di "Gloria".

La carriera dell'artista torinese, come sappiamo, era iniziata anni prima. Timidamente alla corte della Numero Uno per cui incideva Lucio Battisti (e che diede i natali discografici anche a uno sconosciuto Edoardo Bennato, ben prima dei bestseller e dei suoi concerti negli stadi), poi in veste di autore di "Un corpo e un'anima" di Wess e Dori Ghezzi, ha fatto infine sfoggio del suo spiccato talento melodico con "Io camminerò" (cantata anche da Mina e da Fausto Leali) e l'album "Donna amante mia". Poco importa che allora il 33 giri in questione abbia a stento superato le cinquemila copie, perché grazie ai singoli che tutti conosciamo (e alla dolcissima "Tu sei di me", che va assolutamente recuperata, che andiate su Spotify, YouTube o alle fiere del disco nella vostra città o quelle limitrofe) ha dato il La a un percorso di crescita e di affermazione di un'identità riconoscibilissima.
Poi certo, anche le migliori discografie hanno almeno uno o due momenti di cedimento, di scarsa ispirazione o di scelte infelici (per quanto spesso annoverata tra le sue hit, "Eva" non fa parte delle scalette dell'ultimo tour e nello storico live alla Royal Albert Hall della fine degli anni Ottanta fece una breve comparsa all'interno di un medley; a ragione, invece, viene sempre tralasciata la parentesi buia di "Hurrah") ma il tonfo era già alle spalle con la vittoria a tre con Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri nel 1987 a Sanremo con "Si può dare di più", con "Gente di mare" e dischi più a fuoco ("Invisibile").

Cronaca di una festa

 

In due ore di concerto Umberto Tozzi può andare orgoglioso del proprio songbook, riesce a disporre le canzoni in un ordine del tutto personale e si permette lo sfizio di inserire nella setlist due cover per omaggiare Simon & Garfunkel ("The Sound Of Silence", come già aveva fatto nel concerto di Verona per i quarant'anni di "Ti amo", sovraffollato di ospiti come Marco Masini, Albano Carrisi e Fausto Leali) e il già menzionato Lucio Battisti ("I giardini di marzo") per ricordare al pubblico accorso al Gran Teatro Geox di Padova che è grazie ad artisti come loro che ha imparato i primi accordi da suonare con la chitarra. Lui, che assai più spesso è stato autore per altri ("Un amore grande", nel repertorio di Pupo e di Loretta Goggi) e oggetto di reinterpretazioni (si va da Dalida a Riccardo Fogli fino a Howard Jones, che a Sanremo nel 1991 cantò in inglese "Gli altri siamo noi"), raramente ha ceduto alla tentazione di rivistare brani scritti da altre penne - si ricordano almeno "Petite Marie" di Francis Cabrel, "Lullabye (Goodnight, My Angel)" di Billy Joel e "Here, There And Everywhere" dei Beatles, oltre all'incursione in "Una serata... Bella. Per te, Gianni" per cantare "Per averti" (resa nota da Adriano Celentano) e "Più ci penso", entrambe firmate da Gianni Bella.

Umberto Tozzi

Pur essendo in buona parte un pubblico maturo, non mancano ai concerti di Umberto Tozzi i figli degli ex-ragazzi che si sono conosciuti e innamorati sulle note di "Ti amo" o che hanno un vivo ricordo di "Immensamente" dall'autoradio a cassette durante le gite fuori porta. Se qualche testo ci porta immediatamente in una time capsule ("sono a Roma Nord, chiamo a gettoni" è stata cantata anche da chi ha fatto appena in tempo a vedere le ultime schede telefoniche, ma che forse già giocava di nascosto con il Motorola con lo sportellino dei genitori) la musica non ha perso smalto: la band, per esempio, si è divertita a rimodellare "Tu" in chiave dance e il risultato ricorda gli arrangiamenti del disco "Bagaglio a mano" di fine anni 90.
Tra i recuperi più interessanti c'è "Perdendo Anna" ("Quelle quattro ragazzine che hai/ cosa credi che vengon solo perché hai la macchina", "senza Anna, che goal, forse lei portava male un po', chi mi vuole al bar? Al telefono c'è Anna, proprio mentre ho la scala reale massima!"), uno dei tanti pezzi arricchiti dal sassofono di Gianni "Yanez" Vancini che da anni fa parte della band di Tozzi e che nel proprio curriculum ha collaborazioni con Dave Koz e Sarah Jane Morris - ma possiamo ascoltarlo anche in "Alibi perfetto" di Lalo Cibelli ("Tosca amore disperato", "The Voice Senior") uscito proprio quest'anno.

La scaletta, successo dopo successo

 

Quanto alle hit, la carrellata è assicurata: si parte con "Notte rosa", che fu capace di traghettare Umberto dall'Aor americano verso un più attuale (per l'epoca), notturno e sofisticato pop elettronico, e subito c'è un salto al 1994 con la title track di "Equivocando", ultimo suo album a raggiungere importanti risultati di vendite. In un concerto di Tozzi non può certo mancare "Ti amo", e infatti è subito un tripudio di cori dal pubblico e torce azionate dagli smartphone; subito dopo un medley passa in rassegna "Roma Nord", "Qualcosa qualcuno" (sempre dal vendutissimo "Gloria"), "Se non avessi te" (da "Invisibile") e "Gli innamorati", singolo estratto da "Gli altri siamo noi" che venne utilizzato da Mediaset come sigla per la telenovela venezuelana "Cristal" con Jeannette Rodriguez e Carlos Mata.
Niente paura se certi acuti non ci sono più, c'è il pubblico apposta...

"Roma nord" è una canzone in cui Tozzi racconta di un viaggio, naturalmente notturno, verso la sua donna. Il testo di Bigazzi ci conduce nel ritmo di questa notte trascorsa in auto, in cui le ore alla guida si alternano alle pause nelle aree di servizio. Proprio in una di queste pause è ambientato il brano, che mette in scena la telefonata d'amore e di eros che prelude l'incontro. Roma Nord non è altro che il luogo in cui si trova il distributore di benzina dove l'io narrante fa sosta e chiama: è un luogo di transito e misura la distanza da lei, ovvero rivela quanto poco manca al loro ricongiungimento. Il crescendo musicale del pezzo coincide con il crescendo dello scambio erotico telefonico, a cui in gran parte si allude e che solo in alcuni versi si palesa ("Cominciati a spogliare intanto/ ma cosa mi fai dir, c'è gente/ vuoi farmi denunciare? Sai che voglia ho se immagino che tu mi vuoi?")
(Giulia Cavaliere, "Romantic Italia", Mininum Fax).

Umberto TozziCon "Gli altri siamo noi" Umberto si classificò quarto a Sanremo nel 1991 e fu il primo artista a portare un coro gospel al Festival. "Il grido" fu un singolo cupo ma con un bel "tiro", e riuscì comunque a trainare l'album del 1996 che smerciò oltre 100 mila copie solo nel primo mese; dopo "Io camminerò" e "Dimentica dimentica", spazio alle due cover in chiave acustica per dare un attimo di respiro all'ottima band che lo accompagna - Raffaele Chiatto alla chitarra, Gianni Vancini al sassofono, Gianni D'Addese alle tastiere (Korg Triton), Giambattista Giorgi al basso, Elisa Semprini al violino e ai cori e Ricky Roma alla batteria.

 

Altro brano immancabile è quello che gli permise di vincere, in trio con Morandi e Ruggeri, il Festival di Sanremo 1987. "Si può dare di più" è cantato in solitaria e riesce ancora a scaldare la platea. Ruggeri, nel suo libro "La vie en rouge" edito da Sperling & Kupfer, raccontò in merito al brano: "Oggi 'Si può dare di più' divide territorialmente il mio pubblico: al Nord e al Centro nei teatri nessuno si sognerebbe di chiedermela e, probabilmente, la reazione non sarebbe positiva se decidessi io di farla; al Sud ne vanno pazzi, forse perché più vicini alla bella retorica dei sentimenti e al gusto nazionalpopolare". Sempre a detta di Ruggeri, il brano sarebbe potuto essere il preludio a un progetto discografico più di ampio respiro, figlio del rispetto e della stima reciproca, con Tozzi a cantare "Un mondo d'amore", Morandi "Il mare d'inverno" e così via.

In quel momento irruppe Benedetti, l'allora amministratore delegato della Cgd, un manager proveniente dal mondo dei gelati, l'Italgel, quella del Tartufon. Fece il suo ingresso, impettito come un pavone, muovendo il collo e la testa: 'Allora, ragazzi, quand'è che mi date un bel dischetto tutti e tre insieme che spacchiamo il culo a tutti? Buttiamo fuori trecentomila copie in una settimana, le bruciamo'.
Io, Umberto e Gianni ci guardammo. Era bastato un intervento scomposto a rovinarci l'entusiasmo. Gli occhi di Benedetti iniettati di soldi ci avevano fatto capire che sarebbe stato meglio limitarci a un episodio. 'Si può dare di più' non avrebbe avuto un seguito
(Enrico Ruggeri, "La vie en rouge").

Trascinante a dir poco "Dimmi di no", uno dei pezzi forti dell'omonimo del 1980 (riconosciuto affettuosamente come "Poste '80" e che annovera tra i musicisti intervenuti un gigante del jazz come Lee Ritenour), mentre è un pop-funky radiofonico e tirato a lucido quello di "Immensamente", entrambi brani già in bella mostra nello storico live "Royal Albert Hall". Segue il passaggio all'Eurovision con Raf in "Gente di mare" (i cultori di Topolino ricorderanno che il brano fu protagonista di una striscia, con il testo opportunamente modificato in "Gente di mare/ che pescar sa" in un festival in cui Paperino, Paperoga e Gastone reinterpretavano il trio vincitore di Sanremo con l'impareggiabile "Si può guadagnare di più"!). "Io muoio di te", sempre con un ritornello grintoso, fa da preludio al trittico-bomba di chiusura, quello che fa scendere i fan dalle proprie postazioni in modo da raggiungere il palco e avvicinarsi il più possibile al settantenne cantautore, che ringrazia la band, i fonici, Friends and Partners e un'amica che è venuta al concerto, Sabrina Salerno. Con "Tu", "Stella stai" e "Gloria", d'altronde, è impossibile restare fermi e a bocca chiusa.

 

Restiamo in attesa di capire se questo tour di greatest hits farà da apripista a un'operazione (promessa) di valorizzazione, ristampa e rimasterizzazione del vecchio catalogo, dapprima pubblicato da Cgd e oggi nelle mani della Sugar. Nel 2021 è stato intanto ristampato "Donna amante mia" in vinile e su cd dalla casa discografica di Caterina Caselli, e prima ancora è stata dedicata a Tozzi e Raf una raccolta congiunta in occasione del tour che li ha visti esibirsi insieme. Intanto, se volete raggiungerlo nelle prossime date, vi assicuriamo che vale la pena godersi una serata di festa, di giri armonici a presa rapida, piacevoli tuffi nel passato e di ottima musicianship. Vi sembra poco?

Setlist

  1. Notte rosa
  2. Equivocando
  3. Ti amo
  4. Roma nord/ Qualcosa qualcuno/ Se non avessi te/ Gli innamorati
  5. Gli altri siamo noi
  6. Il grido
  7. Io camminerò
  8. Dimentica dimentica
  9. The Sound of Silence
  10. I giardini di marzo
  11. Donna amante mia/ Perdendo Anna
  12. Si può dare di più
  13. Dimmi di no
  14. Immensamente
  15. Gente di mare
  16. Io muoio di te
  17. Tu
  18. Stella stai
  19. Gloria

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