Lord, make me an instrument of your peace.
Where there is hatred, let me sow love;
where there is injury, pardon;
where there is doubt, faith;
where there is despair, hope;
where there is darkness, light;
and where there is sadness, joy.
(St. Francis of Assisi)
Patti Smith cita la nota preghiera di San Francesco per concludere il pensiero dedicato al suo ritorno a Parma, proprio nei giorni della festa del patrono d’Italia al quale è da sempre molto devota, inserito all’interno del suo diario su Substack, tra scatti frugali, brevi descrizioni e note vocali, in uno stile che ricorda la sua ultima opera letteraria “A Book Of Days”. Il quaderno di viaggio dell’artista statunitense, bestseller mondiale di cui è stata pubblicata a fine settembre la traduzione italiana, darà avvio a fine novembre alle tappe di “A Tour Of Italian Days”, dove gli attuali appuntamenti di Parma e Gorizia rappresentano due celebrative e ideali date zero. Per l’evento parmigiano, andato sold-out in un battito d’ali, la scelta della venue è caduta sul suggestivo scenario di Piazza Duomo, con il palco stretto in un abbraccio tra la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Battistero e il Vescovado, reso ancor più particolare dall’orario d’inizio indicato, al calar del sole. Fin dal pomeriggio, nonostante lo spauracchio per il forte vento e qualche nuvola all’orizzonte, sono davvero tantissimi i curiosi che affollano la strada vicino all’ingresso della location del concerto, così come le finestre spalancate dei fortunati abitanti vicini alla piazza, in attesa dell’entrata in scena della leggendaria cantautrice.
Puntuale, più in forma che mai (vocalmente e fisicamente) e accompagnata dal figlio Jackson alla chitarra, Tony Shanahan, che si destreggia tra basso e tastiere, e lo storico batterista Jay Dee Daugherty, la sacerdotessa del rock viene accolta da uno scrosciare di applausi e ingrana con i versi dell’intensa ed evocativa “Grateful”, per poi chiamare immediatamente i primi battimani su “Ghost Dance”.
La grintosa “My Blakean Year”, ispirata agli scritti e alla figura del poeta William Blake, viene dedicata ai lavoratori di ogni settore, mentre il pensiero vola dritto all’amico scomparso a gennaio Tom Verlaine, fondatore dei Television, con la splendida cover della placida “Guiding Light”. Fanno seguito i bei passaggi strumentali corredati da riff trascinanti sul crescendo della solenne “Nine”, adeguata anticamera verso la gemma “Dancing Barefoot”, rivolta a tutte le donne.
Patti presenta i suoi compagni d’avventura con cui condivide il palco e ricorda con tenerezza l’amico Loris Borghi, ex-rettore dell’Università di Parma scomparso nel 2018, un anno dopo il conferimento della laurea ad honorem in Lettere classiche e moderne alla cantautrice, introducendo “Beneath The Southern Cross” in una versione più potente rispetto a quella folkeggiante presente in “Gone Again” (1996). Arricchita da un’energica jam strumentale, la traccia viene dedicata alle persone amate che non ci sono più e che sono sempre nei nostri pensieri.
La personale versione di “One Too Many Mornings” di Bob Dylan, canzone molto amata da Smith fin da ragazza, cede il passo alla speranza per un mondo libero dalle guerre e dagli artigli dei nazionalismi sospinta dalle armonie di “Peaceable Kingdom”. Gli assoli di chitarra della risoluta e combattiva “Pissing In A River” introducono l’ultimo blocco dello spettacolo costellato da una serie di highlight, dove l’artista recita il Cantico delle Creature di San Francesco, apripista per la cover della miliare “After The Gold Rush” di Neil Young, retta solo dalla voce della cantante, accompagnata dalla tastiera, a cui segue un altro momento di religioso silenzio con la lettura della poesia “Amore”, in memoria del suo autore, il regista e scrittore parmigiano Bernardo Bertolucci.
Alle prime avvisaglie di “Because The Night” il pubblico scatta in piedi e si precipita sotto palco per scatenarsi e cantare insieme, in una festa collettiva che vede ballare chiunque per strada nelle immediate vicinanze e alle finestre, continuando sulle note dell’attesa “People Have The Power”, brano simbolo del messaggio di pace e di libertà che Smith porta avanti da anni con la sua musica, i suoi scritti e l’attivismo. Un incanto che la città di Parma non potrà mai dimenticare.