Risveglio di primavera sulla Città eterna, si torna in strada verso una nuova stagione di musica dal vivo. L’inverno è spazzato via come l’algido pianoforte di “Wake Me Up”, esploso nel pop tribale nello stile epico dei più ispirati Arcade Fire. Gli ...A Toys Orchestra colorano e riscaldano un Wishlist Club strapieno, nel cuore del sabato sera a San Lollo, per i veri amici del quartiere storico di San Lorenzo accorsi per celebrare il decimo compleanno del locale. Fresco di nuovo (e acclamato) album, il gruppo di Agropoli inizia il set all’insegna di un sound antico, quel pop alternativo venato di elettronica messo in scena sull’uptempo agrodolce “Welcome To Babylon”.
Il primo brano in scaletta dell’ultima corsa discografica è la scanzonata “Goodbye Day”, intima sarabanda circense arricchita da fiati stralunati alla maniera del maestro Tom Waits. Dall’acerbo esordio di "Job" sono passati oltre vent’anni, in cui la band campana è riuscita a emergere dalla provincia salernitana e consolidare un ruolo primario nella scena indipendente italiana. Una maturazione progressiva, implacabile, fino al sorprendente "Midnight Again", da cui viene estratto il lento e sognante incedere di “Miss U”, tra i brani cardine della malinconia che pervade l’ultimo album su etichetta Santeria.
La chitarra acustica che apre la meraviglia sonica di “Midnight Gospel” sfocia in un’armonia corale ai limiti del misticismo, come a illuminare non solo la sala del Wishlist. Una solennità calda e colorata, tra i Beatles e l’emozione vocale di Régine Chassagne.
Il gruppo pigia sull’acceleratore con la tenebrosa cavalcata electro “Our Souls”, in odore di Depeche Mode, a far saltare il pubblico verso il cuore del set romano. Il live scorre godibilissimo, sul ritmo sferragliante di “Life Starts Tomorrow” già immaginato nei sogni canadesi di "The Suburbs". Ma si perdona assolutamente un citazionismo così marcato, perché gli ...A Toys Orchestra sono in forma smagliante, lanciati sul pop-wave minimale di “My Heroes Are All Dead”, recupero di dieci anni dal disco "Butterfly Effect".
Arriva poi “Invisible”, prima selezione dal capolavoro "Technicolor Dreams", che parte languida e distaccata sulle note del pianoforte per poi deflagrare con l’ingresso della chitarra dilatata dell’incappucciato Enzo Moretto. Dalle visioni ritmiche disturbanti di “Hallelujah” alla sfavillante elegia gospel-western “Take Me Home”, il gruppo viene accolto da scroscianti applausi.
Le distorsioni elettriche di “Look In Your Eyes” chiudono con verve il set, prima del lungo bis concesso a grandissima richiesta. “Midnight Revolution” scorre sull’alt-pop martellante e sfumato dalla psichedelia, anticipando l’unica canzone di matrice italica, quella “Celentano” che rimanda a un certo gusto nazional-popolare. Siamo agli sgoccioli, sul piano rollingstoniano di “Powder On The Words” che non sfigurerebbe in una compilation delle migliori ballad inglesi di fine Sixties. La band sceglie un finale liturgico, sulle note dark di “Lub Dub” a chiudere un concerto per cuori caldi, come quello di questo sabato sera a San Lollo.
Wake Me Up
Welcome to Babylon
Goodbye Day
Miss U
Midnight Gospel
Our Souls
Life Starts Tomorrow
My Heroes Are All Dead
Invisible
Hallelujah
Take Me Home
Look in Your Eyes
Encore:
Midnight Revolution
Celentano
Powder on the Words
Lub Dub