Dopo quattro anni di interruzione, in parte causati dallo stop pandemico, a Latina è tornato “Lievito”, Festival multiculturale incastonato fra le significative date del 25 aprile e del Primo maggio, che riunisce sotto il medesimo tetto - con la direzione artistica del regista Renato Chiocca - cinema, teatro, libri, pittura, poesia, scienza, dibattiti, performance, musica, sfruttando una serie di location posizionate nel centro della città, dove per una settimana si respira un’aria diversa. Fra i protaagonisti della sezione musicale del cartellone della IX edizione di “Lievito” c'è il cantautore siciliano Carmelo Pipitone, di ritorno a Latina a distanza di pochi mesi, ospitato nello spazio del Geena, confortevole locale del capoluogo nel quale da qualche stagione è possibile associare al drink & food ottime proposte di intrattenimento.
A dare il via alla serata provvede Filippo Muscaritoli, autore e cantautore romano, da solo sul palco, accompagnato unicamente dalla propria chitarra per propone un set acustico in grado di evidenziare un songwriting intimo e raffinato. Secondo opening act è quello di Juri, anche lui sul palco in perfetta solitudine. Un musicista poco allineato, che con chitarra elettrica e un consistente campionario di effetti allestisce (è proprio il caso di dirlo) con grande cura due corposi brani strumentali che si muovono in direzione post-rock, verso luoghi immaginari nei quali la materia sonora trova tutto lo spazio che necessita. La prima esecuzione è un blues destrutturato, largamente improvvisato sul momento, la seconda, “Cut”, è invece una composizione presente all’interno del suo primo album, “Estetica”, risalente al 2019.
Poi lo stage è tutto per Carmelo Pipitone, voce e chitarra acustica amplificata, accompagnato dal pregevole chitarrista Max Codeluppi, che si metterà in evidenza durante il set per la capacità di destreggiarsi fra diversi registri stilistici, muovendosi fra sfumature shoegaze e digressioni più classicamente rock, creando tappeti carezzevoli sui quali non di rado si stagliano improvvise bordate rumoristiche. Questo tour è pensato per presentare al pubblico le canzoni del terzo album solista di Pipitone, “Piedi in acqua”, pubblicato lo scorso gennaio, canzoni che nella dimensione live assumono una connotazione ancor più viva e coinvolgente.
Lo spettacolo prende il via con “Come tutti”, estratta dall’esordio solista dell’ex-leader dei Marta sui Tubi, “Cornucopia”, per poi lasciare spazio a dieci dei tredici brani contenuti in “Piedi in acqua”. La voce di Carmelo a tratti si approssima al registro baritonale di Mark Lanegan, altre volte si posiziona a ridosso di un’ideale crocevia fra Capossela e Benvegnù, alternando trame acustiche profondamente melodiche a eclettiche sterzate rabbiose, non prive di qualche striatura grunge (non sfugge a un certo punto un arpeggio che vuole essere omaggio ai Nirvana), intrecciando il suo songwriting all'interno di costruzioni che possono raggiungere anche una certa complessità, fino ai confini col progressive.
Altre volte Carmelo lascia emergere le radici, le influenze della propria terra, attraverso passaggi che ricercano temi folk e il ricorso al dialetto siciliano. Ma c’è sempre un vigore che vibra sottopelle, anche nei frangenti più intimistici, in quelle atmosfere rarefatte rese con minuzia artigianale. Pipitone è poi bravo a catturare l’attenzione, in qualsiasi momento, non solo per mezzo delle proprie indiscutibili abilità tecniche, ma anche chiudendo le canzoni sempre al momento giusto, in un paio di casi persino in maniera inattesa, evitando di inserire qualsiasi elemento che possa risultare non strettamente necessario.
E’ la seconda vita artistica di Carmelo, i tempi dei Marta sui Tubi oggi appaiono lontanissimi, e il musicista di Marsala si sente ancor più libero di sperimentare verso direzioni inedite; i Marta sui Tubi arrivarono a un passo dal successo di massa, ma Pipitone non rimpiange nulla, anzi, guarda avanti senza nostalgie, forte di un’autorevolezza consolidata anche attraverso le esperienze maturate con o.r.k. e Dunk, altre due formazioni molto stimate nel circuito indipendente.
A chiusura del set Pipitone invita sul palco l’amico Juri (che gioca in casa, essendo residente nel capoluogo laziale) per una lunga jam psych-noise durante la quale i tre chitarristi (c’è sempre anche Codeluppi) si lasciano andare alla magia dell’improvvisazione. Il pubblico gradisce e applaude convinto. Pipitone si congeda così, dimostrando ancora una volta di aver trovato la ricetta giusta per un prodigioso equilibrio fra tradizione e contemporaneità.