28/01/2024

Des Rocs

Traffic Live Club, Roma


Al cuore dell’inverno, una fredda serata domenicale porterebbe i più scalmanati appassionati di rock’n’roll a trovare il più comodo dei rifugi, sul divano di casa a guardare una serie su Netflix o magari in un caldo pub irlandese mentre allo stadio Artemio Franchi si gioca Fiorentina-Inter. È così necessario trovarsi dentro quell’iconica scintilla springsteeniana, capace di accendere il fuoco che illumina e riscalda il futuro del pop-rock. Quando salta sul palco del Traffic Live Club, al 738 di Via Prenestina, Daniel Rocco sembra concretamente intenzionato a caricarsi sulle spalle eredità molto pesanti, fantasmi di un passato che dovranno rivivere grazie a un esorcismo a stelle e strisce. L’intro corale di “Dream Machine”, title track del nuovo album pubblicato nel 2023 su etichetta Sumerian, vuole trasportare il tipico sound dei Queen verso nuovi lidi contaminati dall’elettronica, con un approccio quasi sinfonico come quello portato avanti dai Muse per la conquista del mondo. Originario di Rockville Center, a sud di Long Island, Danny si fa chiamare in arte Des Rocs, per la prima volta in Italia con la sua band a presentare un lavoro derivativo ma sfrontato, con la sua capigliatura da rocker anni 50 e un abbigliamento selezionato dagli armadi glam. Senza perdere tempo in chiacchiere, Daniel riprende un certo tono da crooner nella successiva “Wayne”, che si lancia in un vorticoso glam-punk-and-roll per il gusto di spettinare il pubblico. Come se Roy Orbison avesse incontrato Matthew Bellamy.

L’atmosfera nella sala del Traffic ricorda quella di una giungla metropolitana, mentre fuori ruggisce l’umido dell’inverno. Des Rocs è puntuale alle 21.30, dopo il set di Christopher Shayne che ha servito un cocktail di benvenuto a base di blues e grunge-pop. In compagnia degli amici Eric Mendelsohn (basso) e William Tully (batteria), il nuovo rocker newyorkese invita tutti al ballo su “Used To The Darkness”, prima dello stomp “Let Me Live/ Let Me Die” che aggiorna il blues più energico come da proposta Black Keys. Il ragazzo sembra aver digerito tonnellate di generi, persino il gusto scanzonato dei primi Offspring sul coro di “Hanging By A Thread”, che scatena il pubblico più giovane.
Il set sembra un sabba, una danza di spiritelli intorno a un fuoco ardente, quando attacca il beat tribale “Natural Born Thriller” che puoi suona abbastanza simile alla successiva “Maybe, I”. Ma quella di Danny è come una spinta propulsiva che vuole trascinare via tutto, e non conta se “White Gold” è un frullatore impazzito di Queens of the Stone Age e Marilyn Manson. Se “Nowhere Kid” ha il sapore di “Origin Of Symmetry”, è davvero colpa di un capellone di Rockville Center che ha iniziato a suonare tra bar e scantinati fin dall’età di 13 anni?

Des Rocs si ferma un momento, per parlare con il variegato pubblico romano. È un discorso quasi motivazionale, ricordi americani mentre chiede a tutti di chiudere gli occhi e farsi trasportare da una chitarra sussurrata. Le serate solitarie in Union Square sono le “Manic Memories” che aprono al power-pop, mentre il successivo riff in “Bad Blood” riprende la marcia iperveloce sul ritmo tipico degli Zz Top. Passata un’ora abbondante di concerto, arriva il momento più atteso, a giudicare dalla quantità di smartphone alzati e pronti per la diretta Instagram. “Never Ending Moment” è effettivamente il brano che più di ogni altro restituisce all’ascolto il senso di Des Rocs per il rock, un’originale reinterpretazione dei grandi del passato - qui una citazione anche per gli Who di “Who’s Next” - con la foga di chi vuole spaccare il mondo per la seconda volta. Il set volge rapidamente al termine, sulla possenza heavy di “I Am The Lightning” e il coro da stadio in “HVY MTL DRMR”. Le luci si accendono, si esce al freddo umido dopo un paio di birre, con una sola domanda che ronza: era meglio Netflix, Fiorentina-Inter? Des Rocs non sarà ancora pronto a essere guardato come Jon Landau guardò Springsteen, ma il suo spirito è puro e la sua energia merita sicuramente una fredda domenica invernale.

Setlist

Dream Machine
Wayne
Used to the Darkness
Let Me Live / Let Me Die
Hanging by a Thread
Natural Born Thriller
Maybe, I
Nowhere Kid
Danny’s Speech (Union Square)
Manic Memories
Bad Blood
Never Ending Moment
I Am the Lightning
HVY MTL DRMR

Des Rocs su Ondarock

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