La serata dal retrogusto un po’ surreale che non ti aspetti, coronamento perfetto di un sabato pieno zeppo di imprevisti. A settembre è tempo di ripartenze, e la riapertura del Covo Club a Bologna è stata nel segno dell’avanguardia con Föllakzoid, la creatura dell’artista, musicista e regista Domingæ Garcia Huidobro.
A scaldare l’atmosfera (e preparare i timpani) a dovere è la mistura dark techno e industrial-punk del progetto Torba di Luigi Pianezzola (Soft Moon, I Am Titor, Bruuno), in formazione a trio. A farsi notare principalmente sono i potenti beat distorti dell’ultimo singolo “Wire”, mentre alcune proposte estratte dall’omonimo debut “Torba” (2023) assumono contorni più taglienti nella loro versione dal vivo, caricati ulteriormente dai ritmi di batteria, ma non sempre efficaci e distinguibili; tra i migliori passaggi svetta la corale “Repeat”, in zona Giant Swan.
Sulla scia della lunga intro sintetica affidata a batteria e synth/consolle, sui quali verterà maggiormente l’onere di tessere le trame sonore per tutto il set, la figura misteriosa di Domingæ fa la sua comparsa tra il pubblico, dirigendosi verso il palco con in mano due candele accese. La scena è in penombra e tale resterà per buona parte dell’esibizione, a parte pochissimi sprazzi di luce.
Ad essere eseguito in un unico flusso di pensiero è l’ultimo album “V” (2023), con una spinta più decisa sulla quota techno martellante da club. Domingæ è dominatrice assoluta del palcoscenico e di quella che si rivela essere una vera e propria performance artistica fatta di riti e gesti precisi e calibrati, andando oltre il concetto di concerto tradizionale. L’artista balla, guida come una sorta di direttrice d'orchestra l’ingegnere del suono e i compagni, talvolta imbraccia la chitarra e armeggia alla pedaliera, tra una benedizione al pubblico con la sua bottiglietta d’acqua, uno striptease, uno “stage diving delle candele”, passate di mano in mano tra il pubblico (citazione di pregio di un caro amico, doverosa, anche se forse il termine giusto in questo caso poteva essere crowd surfing; ma a prescindere dalle parole, la penna dell’articolo era focalizzata sul terrore di bruciarsi i capelli), una sigarettina accesa e un bel brindisi.
Seducente e ipnotica, ma anche alquanto astratta, e per questo forse non adatta a tutti, la magnetica esibizione dei Föllakzoid è praticamente impossibile da dimenticare e al contempo complessa da spiegare; quel che è certo è che se l’obiettivo era indurre alla trance, tra le sonorità, le luci e il turbinio di gesti, è stato ampiamente raggiunto. Smessi i panni di performer sofisticati e un po’ “impostati”, Domingæ e soci si divertiranno come pazzi al dj-set, confondendosi tra gli avventori abituali del locale.
La nuova stagione sembra essere iniziata col piede giusto e, tra tanta buona musica, amici vecchi e nuovi, e qualche bacio rubato in pista, al Covo Club ci saranno tante altre storie da raccontare.