Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente!
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.
(Aldo Palazzeschi, da “E lasciatemi divertire!”, 1910)
C’è chi, dopo aver pubblicato album su album, pur avendo un ampio repertorio, fatica ad arrivare a un’ora e mezza di show (perché non ce la fa? Perché non vuole? Chi può dirlo… La penna dell'articolo si risparmierà di fare nomi) e chi con dieci brani o poco di più è in grado di superare il tetto delle due ore, arricchendoli con improvvisazioni strumentali a non finire. Inutile precisare che Geordie Greep rientri senza indugi nel secondo caso citato. Il musicista londinese non conosce mezze misure, lo ha dimostrato con la produzione sfornata insieme ai Black Midi, e di recente da solista con “The New Sound”, uno dei dischi di spicco del 2024. Va da sé che solo una performance all’altezza della sua fama avrebbe potuto accompagnare tutto ciò.
L’attesa caricata dalla gelida aria dicembrina si fa sentire fin dal tardo pomeriggio fuori al Circolo Magnolia di Segrate, e a rompere il ghiaccio sono una decina di pezzi “spettinati” snocciolati dai Known For, quintetto punk inglese sconosciutissimo, che oscilla tra Gurriers, Kid Kapichi, e tanto di ampiamente già sentito, al confine tra post-punk, alt-rock e noise. Pur movimentando la situazione, nulla di troppo entusiasmante e originale, e questo semestre li vede decisamente rimandati.
I protagonisti si schierano sul palco nel corso di un’introduzione affidata a una jam di una dozzina di minuti e aperta da violoncello e piano, in un’atmosfera tarantiniana che spazia dall’ispirazione classica alla cavalcata western, a cui si aggregano gradualmente basso e chitarra, oltre al batterista che prima di prendere posizione saluta il pubblico (bicchiere di vino alla mano e aria da presentatore navigato), in un tripudio di battimani fino all’ingresso tanto atteso di Greep. L’improvvisazione culmina nei ritmi ascendenti e scalmanati di “Walk Up”, dove Geordie sfodera registri vocali incredibili, mantenendo livelli altissimi fino al termine dell’esibizione. È il turno del jazz-samba coinvolgente di “Terra”, arricchita da una coda dominata prima dalle note del piano e poi dai guitar-riff, alla quale si aggancia senza stacchi “The New Sound”, che decolla tra rimandi di bossa nova e flamenco in chiave rock (a cui si somma una quota prog), e rincorse e fraseggi di chitarra, omaggiando perfino “La donna è mobile”, dal “Rigoletto” di Verdi.
L’inedita “Bring Me The Needle”, cantata interamente dal violoncellista Felix Stephenson, evoca uno scenario da musical, per poi fare ritorno alle arie flamenche sostenute dalle ritmiche intricate di “Through A War” e ai continui cambi di passo dell’articolata “As If Waltz”. Greep abbozza una canzone dedicata al batterista della sua band, Nicco Rocco, gettandosi a capofitto senza troppi complimenti sull’esplosiva intro di “Holy, Holy”, picco dello show dove la situazione degenera e il pubblico in visibilio si scatena, cantando a squarciagola.
Le luci si abbassano leggermente, giusto in tempo per riprendere fiato e affrontare i bistrattati e schizofrenici ritmi jazz-rock di “Blues”, perennemente sul filo del rasoio fino a un’incantevole cover del brano di Nat King Cole “Nature Boy”, eseguita da un Greep più crooner che mai, con solo piano in accompagnamento.
La parte un po’ più ostica dell’esibizione (per colossale durata) vede una pressoché eterna “Bongo Season”, estesa mostruosamente da una jam strumentale, dove, tra duelli di basso e chitarre all’ultimo sangue, fanno capolino svariate citazioni dal mondo del rock, insieme a un assurdo collage da “Habanera”, famosa aria della “Carmen” di Bizet, con tanto di fugace cameo del cantante dei Known For.
La chiusura è affidata a “The Magician”, dove l’artista viene nuovamente lasciato al centro della scena dai compagni, per poi riprendere il proprio posto in vista della coda trionfale, retta dai guitar-solo del frontman dei Black Midi. Inutile dire di più di un concerto a cui non si può recriminare praticamente nulla, se non un minimo eccesso nella durata di alcune jam; ma tutto sommato è evidente che Geordie Greep e soci si divertano come dei pazzi sul palco, e questo è ciò che conta davvero. E lasciamoli divertire.
Intro Jam
Walk Up
Terra
The New Sound
Bring Me The Needle
Through A War
As If Waltz
Holy, Holy
Blues
Nature Boy (Nat King Cole cover)
Bongo Season
The Magician