La "strana coppia" King Buzzo e Trevor Dunn arriva in Italia, sbarcando a Roma per la prima data nel nostro Paese, sul palco del Largo Venue, all'interno della rassegna ALTRNTV, nel cartellone della Biennale MarteLive. La collaborazione fra i due non è certo estemporanea: si conoscono da tempo e Dunn ha fatto parte, sebbene per un breve periodo, dei Melvins ai tempi di “Freak Puke”. Ciò che rende insolito questo tour è l’assetto strumentale che i due hanno deciso di mettere in piedi, con Buzz Osborne alla voce e alla chitarra acustica e Dunn al contrabbasso. In assenza di batteria, tocca al virtuoso contrabbassista tenere in piedi l’intera architettura ritmica.
Il concerto inizia in modo curioso: Buzzo si prende qualche momento per accordare la chitarra, poi gradualmente accelera il ritmo, aprendo con una versione acustica di "Hung Bunny/Roman Dog Bird". Il concerto dura circa un’ora, includendo brani tratti dalla carriera solista di King Buzzo e da quella con i Melvins.
A metà serata, il duo si concentra su alcuni pezzi che hanno pubblicato in Ep firmati direttamente come Trevor/Dunn (“Dirty One & The Poor Dog”, “I Like Stuff Clean”, “Eat The Spray”) e sul classico dei Dicks “Sidewalk Begging”. Tutti i brani più datati, per l’assetto del gruppo, abbandonano la ruvidezza e le spigolosità originarie in favore di un ibrido sperimentale tra avantgarde, metal e jazz.
La chitarra acustica teatrale e potente del frontman dei Melvins insegue continuamente il contrabbasso di Dunn, il quale non manca di cimentarsi in passaggi di virtuosismo impressionante, a tratti esibizionistici, alternando abilmente dita e arco per creare effetti ritmici e armonici potenti.
Non c’è quasi mai interazione col pubblico: i due si immergono totalmente nella musica, lasciandosi ogni tanto interrompere dagli applausi dei fan. Al termine del concerto, quando tutte le luci si accendono, King Buzzo si limita a ringraziare tutti di essere venuti per poi abbandonare immediatamente il palco, mentre il contrabbassista si trattiene ancora qualche minuto, giocando con le distorsioni e offrendo un ultimo saggio della sua abilità.
Come spesso accade ai loro concerti, anche stavolta una visita allo stand del merchandising riserva sorprese per i fan: rarità e dischi in edizione limitata, piccole gemme per collezionisti difficili da trovare altrove.
L’evento è stato senza dubbio intenso e suggestivo. La formula proposta, pur affascinante nella sua essenzialità, tende a risultare poco dinamica e potrebbe beneficiare di ulteriori elementi sonori. Ad ogni modo, è del tutto evidente che lo spettacolo è frutto della visione e del talento di due musicisti straordinari, capaci di catturare il pubblico e rendere unica ogni performance. La loro incessante voglia di rinnovarsi artisticamente li rende senza dubbio sorprendenti e irresistibili.