08/07/2024

Placebo

Rock in Roma - Ippodromo delle Capannelle, Roma


La prima frase che Brian Molko rivolge alla platea in questa calda serata di inizio luglio è: we are Placebo, and we are a European band. Parole dense di significati in un post-Brexit che sta mettendo in ginocchio l’Inghilterra e sta in particolar modo rendendo complicatissimo il lavoro dei musicisti, specie quando devono spostarsi verso il nostro lato della Manica. Parole pronunciate all’indomani delle elezioni in Gran Bretagna che hanno registrato la netta affermazione del Labour Party, tornato al governo del paese dopo ben 14 anni, segnale inequivocabile del malcontento attualmente diffuso nel Regno di Carlo III. Ma non si tratta dell’unica presa di posizione importante dei Placebo questa sera.
Poco prima dell’inizio del concerto, sui maxischermi compare un comunicato della band che invita i fan a evitare di trascorrere il concerto filmando o scattando fotografie con il proprio smartphone. Il gruppo afferma di voler cercare una connessione col pubblico presente, comunicando emozioni attraverso le canzoni, e chiede di godersi senza filtri un momento che non potrà mai più ripetersi identico in futuro. Il messaggio è diffuso anche attraverso volantini affissi lungo il percorso che conduce all’area del concerto e per mezzo di una registrazione audio affidata alla voce dello stesso Molko appena prima l’inizio del set. I fan si sono adeguati e in effetti è stato bello vivere un evento musicale come ai vecchi tempi, senza tutte quelle braccia alzate per immortalare il momento senza riuscire così a respirarlo per davvero in diretta.

Quando i Placebo salgono sul palco, pochi minuti prima della 22, Brian Molko appare ringiovanito rispetto ad altre esibizioni di cinque o dieci anni fa, un periodo di evidentemente affaticamento vissuto dalla band. Capello lungo, baffi e diversi chili in meno, oggi Brian sembra tornato ragazzo, acquisendo una rinnovata autorevolezza alla guida di una formazione che ha appena tagliato il traguardo dei trent’anni di attività. Tornano nella Capitale, ospitati nel cartellone del Rock In Roma 2024, per calcare la main arena dell’Ippodromo delle Capannelle, proprio come nell’estate del 2014, presentando una scaletta senz’altro interessante, costruita per promuovere le canzoni del recente “Never Let Me Go”. Si tratta di un buon lavoro, ben più convincente rispetto ai precedenti “Loud Like Love” e “Battle For The Sun”, che non a caso stanno gradualmente scomparendo da una setlist che trova invece nuova linfa nel materiale più fresco.
A non scomparire sono - ovviamente - gran parte dei grandi classici, evergreen ormai assurti al ruolo di veri e propri inni generazionali, come “Slave To The Wage”, “Song To Say Goodbye” e “The Bitter End”, che, eseguite in sequenza verso fine concerto, mandano in visibilio il pubblico.
Ma questo tour diviene al tempo stesso l’occasione per rispolverare qualche brano che negli ultimi anni è stato suonato meno dal vivo, in particolare “Bionic”, ripresa dall'album d’esordio, tuttora considerabile fra le più originali composizioni mai scritte dai Placebo, con quei suoni obliqui, quelle lievi dissonanze, che a inizio carriera li fecero percepire a pubblico e critica come una versione light dei Sonic Youth.

Stefan Olsdal (che, oltre al basso, suona in alcune tracce la chitarra o il pianoforte) è rimasto l’unico altro membro effettivo (e originale) dei Placebo, ormai ufficialmente un duo, che dal vivo si fa sostenere da una backing band di assoluto valore, in particolare meritano una menzione speciale Angela Chan, che arricchisce il suono con synth, violino e cori, e Nick Gavrilovic, chitarra a sostegno dell’ottimo lavoro svolto dal leader Brian Molko.
L’energia di “Every You Every Me” e l’incantesimo alt-pop di “Too Many Friends” sono altri preziosi ingredienti di un mix stilistico snocciolato fino all’epilogo della prima parte del set, chiusa con “Nancy Boy”, a certificare l’importanza tuttora riconosciuta a quelli che furono i loro primi passi.
Qualche minuto di pausa e la band torna sul palco per altre due canzoni, “Infra-Red”, da “Meds”, e “Running Up That Hill”, celebrata cover di Kate Bush incisa dai Placebo ben prima del suo ritorno in auge, sospinto dall’inclusione nella serie televisiva “Stranger Things”. Segue una coda strumentale noise di qualche minuto che riprende il tema di “Evil Dildo”, sonica hidden track di “Without You I’m Nothing”, durante la quale il gruppo sperimenta sull’effettistica sino a far svanire i feedback sotto gli applausi convinti del pubblico.