Fa caldo, troppo caldo, infinitamente per essere già agli inizi di settembre; e anche chi scrive sta perdendo un bel po’ i colpi. Eppure, a quasi un mese di distanza dall’evento, è impossibile dimenticare un live tenutosi al chiuso il 7 di agosto, e soprattutto nella giornata più bistrattata e tempestosa dell’intera estate bolognese, tra raffiche di vento, fulmini, grandine, bombe d'acqua e corredate, variegate e variopinte bestemmie. La pioggia scrosciante e il successivo, illusorio e momentaneo freddo becco si sono tuttavia rivelati un discreto aiuto per resistere tra le pareti del Freakout Club durante l’esibizione degli Show Me The Body, ovvero quello che si preannunciava essere uno dei concerti sold-out più caldi (in qualsiasi senso possibile) della stagione.
Come sempre, la sala si riempie gradualmente e senza fretta, sullo sfondo del palco troneggia l’immagine delle tre bare in fiamme, soggetto della copertina del potente “Trouble The Water” (2022), ultimo long playing del gruppo su cui è incentrato il tour. Il cantante Julian Cashwan Pratt con il suo temibile banjo elettrico, il bassista Harlan Steed, e il batterista Jack McDermott fanno capolino alle 22,30 spaccate, pronti per attaccare con “Out Of Place”, dove il frontman si getta immediatamente in pasto alla folla.
Concerto hardcore e annessi crowdsurfing? Danze tipiche dei rave? Impossibile conferire etichette al pubblico presente quella sera. Da qualche tempo uno dei principali divertimenti della penna di questo articolo è lo studio della “fauna” presente ai live, e qui più che mai la domanda chiave in attesa dell’evento era: “Chi diamine verrà a vedere questo gruppo a inizio agosto?”. Ciò a cui si assiste è semplicemente un meraviglioso girone infernale, una Babele dove sembrano coesistere infinite realtà diverse, e non solo dal punto di vista musicale, dettaglio che rispecchia la produzione tra hardcore, noise, hip-hop e metal del trio, ma anche politico e sociale.
Si continua con la rumorosa e stridente “Boils Up”, la violenta “Food From Plate”, il basso prepotente e il banjo nevrotico di “We Came To Play”, e una breve tregua (si fa per dire) con la lenta introduzione di “Loose Talk”. Pratt ruggisce ferocemente nel microfono tra le rincorse di “K-9”, singolo non presente in alcun lavoro della band, che cede il passo all’esplosione finale di “Arcanum”, estratto dal sophomore “Dog Whistle”.
Caricano a pallettoni la lenta partenza in crescendo e le nerborute sferzate di basso sul medley che unisce “Camp Orchestra” e l’intermezzo rap di “Metallic Taste”, uno dei punti più alti dello show, a cui fanno seguito i passi pesanti e le derive sludge di “Not For Love” e gli strattoni di “Badge Grabber”. Fa bella mostra di sé una versione brutale e velocizzata di “Sabotage”, omaggio ai conterranei Beastie Boys, anticamera del mix tra “Usa Lullaby” e “Body War”, altro medley abrasivo che chiude il live per un totale di un’ora secca di orologio, non un minuto di più.
Se è vero, come ho sentito dire da una persona saggia, che “la più grande trasgressione che può esserci di questi tempi è l’ambiguità”, gli Show Me The Body ci regalano un'esibizione quasi impeccabile, estremamente fisica, da cui si può uscire tritati come biscotti, e caotica negli intenti, nei gesti e (nel caso in esame) perfino nella natura enigmatica dei volti dei partecipanti intenti a dimenarsi nella bolgia, ad eccezione dell’ineluttabilità di un finale “svelato”, dove l’intero spettacolo si rivela un semplice sfogo liberatorio, e non il reale cortocircuito al quale si riteneva di aver assistito.
Out Of Place
Boils Up
Food From Plate
We Came To Play
Loose Talk
K-9
Arcanum
Camp Orchestra / Metallic Taste (medley)
Not For Love
Badge Grabber
Sabotage (Beastie Boys cover)
Usa Lullaby / Body War (medley)