I Subsonica in realtà aumentata. Un palco composto da cinque pedane autonome mobili, con infinite possibilità di personalizzazione, in grado di muoversi separatamente fino a cinque metri di altezza, permettendo una visione ravvicinata del concerto anche a chi è seduto nei posti in tribuna. In questo modo la formazione torinese ridefinisce la visione canonica di uno spettacolo dal vivo, spostando il focus dal centro della scena verso prospettive inconsuete o raramente considerate, esplorando e ampliando la visione spaziale ed esaltando le caratteristiche di ciascun componente della band. Il tutto rafforzato dai potenti visual, un bagno di luci che amplifica il già notevole carico emozionale e che da sempre contribuisce a delineare uno scenario da rave party in qualsiasi concerto dei Subsonica.
Uno spettacolo straordinario, ad altissimo coefficiente tecnologico, che però non perde mai il contatto con la natura umana del gruppo, con il calore che ogni loro canzone sa esprimere, e che rafforza il concetto di Subsonica come organismo in grado di reggersi sull’indispensabile apporto di ognuno dei membri, in una situazione assolutamente paritetica, evitando i cliché del cantante frontman e del batterista relegato nelle retrovie. No, nella dimensione live oggi la band si presenta con tutti i musicisti in linea: una condotta democratica che probabilmente ha dissolto il rischio di un precoce dissolvimento e che ha contribuito a garantire un ritorno discografico finalmente sulle tracce delle loro opere migliori.
Il concerto parte con quattro brani estratti dal recente “Realtà aumentata”, che ben si amalgamano con gli evergreen del glorioso passato, presto padroni assoluti della scaletta. Superclassici come “Discolabirinto” impiegano davvero un attimo a riscaldare l’ambiente e a trasformare il Palazzo dello Sport di Roma in un’immensa discoteca, dove si balla, si salta, si canta, ci si emoziona.
La Capitale accoglie sempre i Subsonica con smisurato affetto, lo fa notare anche Boosta in uno dei suoi interventi. Nella formazione tipo schierata in campo è il primo da sinistra, pronto ad arrampicarsi sul consueto armamentario di tastiere. Spostando lo sguardo verso destra si incrocia Vicio, rigoroso sul basso, Samuel, la voce, tarantolato, carismatico, trascinatore vero, ancora più a destra Max Casacci, chitarrista di inestimabile classe, e infine Ninja, il metronomo, alla batteria.
Il momento più docile è a metà set, “Missili e droni”, chiusa con una grande scritta che compare su uno dei maxischermi (anche loro semovibili) posto alla base del palco, una grande scritta bianca, accecante, su sfondo nero, mentre il Palazzo dello Sport piomba nel buio più totale: “Stop Bombing Gaza, Stop Bombing Ukraine”. Applausi scroscianti. L’impegno politico e sociale, del resto, è stato una costante durante l’intero percorso compiuto dai Subsonica.
C’è spazio anche per un ospite, il rapper Ensi, che arriva sulle note de “Il cielo su Torino”, resta al fianco di Samuel durante “Scoppia la bolla”, esegue la sua “Numero uno” e poi la cover di Neffa, “Aspettando il sole”, cantata in coppia con Samuel, che nel frattempo si è spostato di fronte al palco, in uno spazio ricavato in mezzo al pubblico del primo anello.
Ventisette tracce eseguite, oltre due ore di musica, il tutto replicato per soli sette show esclusivi, uno spettacolo che non potrà essere traslato nelle date open estive, a causa dell’impossibilità di innestare tutta l’attrezzatura necessaria su palchi non propri. Il tour dei Subsonica, aperto al Palaunical di Mantova, ha già toccato il Forum di Milano e lo Zoppas Arena di Conegliano. Dopo la tappa di Roma, proseguirà il 10 aprile alla Unipol Arena di Bologna, il giorno successivo toccherà il Mandela Forum di Firenze e il 13 aprile l’Inalpi Arena di Torino.