Come è ormai consuetudine, il Barezzi Festival regala live indimenticabili in cornici stupende, e in un bilancio di fine anno è impossibile non ricordare la prima data che ha segnato il ritorno in Italia di Mark Kozelek con il progetto Sun Kil Moon. A fare da sfondo all’esibizione dell’ex-Red House Painters è stata l’affascinante architettura gotica dell’Auditorium Del Carmine, chiesa sconsacrata e riadattata a venue per eventi adiacente al Conservatorio di musica Arrigo Boito di Parma, perfetta per la dimensione folk intima desiderata. Nessuna scaletta preparata sul palco, appare perciò chiaro da subito che il Nostro andrà a braccio e improvviserà ciò che preferisce. Kozelek fa capolino in scena accolto da un calorosissimo applauso e parte con sola voce e base su “Bees On Echinacea”, per poi imbracciare la chitarra acustica e ingranare con gli arpeggi brillanti e il tono solenne di “I Watched The Film The Song Remains the Same”, inclusa nella gemma “Benji”.
Si passa per il folk-blues scuro e deciso di “Baby In Death Can I Rest Next To Your Grave”, scritto insieme a Jimmy LaValle (The Album Leaf), le note impercettibili di “Nervous To Fly”, dal recente disco “Quiet Beach House Nights” (2023), fino ai brevi passaggi chitarristici di “Young Love”, unica traccia scelta da “Among The Leaves”. La parte centrale dell’esibizione sposta e mantiene il focus sul sacro trittico “April”, “Admiral Fell Promises” e il già citato “Benji”, con le intense “Harper Road” e “Admiral Fell Promises”, l’highlight da pelle d’oca “Richard Ramirez Died Today Of Natural Causes”, dove a tenere banco è la voce di Mark sostenuta dall'impeccabile acustica della location, l’arrangiamento minimale di “The Light” e i polverosi accordi blues di “Dogs”, al termine della quale Kozelek posa la chitarra e fa qualche battuta sugli acciacchi dell’età e sulla sua schiena indolenzita.
A risultare forse maggiormente sorprendenti sono i tempi comici del cantautore, dimostrati a più riprese con un breve aneddoto personale su José Gonzalés, headliner della giornata successiva della diciottesima edizione del Barezzi Festival, e conosciuto quando quest’ultimo era solo un ragazzino, un buffo spoken word inedito sui Jesus And Mary Chain, e successivamente “Calgary”, racconto di un disastroso show tenuto dall'artista in Canada, tra disavventure e pochi biglietti venduti, probabilmente a causa di un concomitante concerto dei Nickelback (con tanto di sirene della polizia di passaggio in sottofondo in un momento clou). Si torna alla musica con gli accordi lievi di “Ålesund”, concludendo la performance con nientemeno che una magistrale versione di “Duk Koo Kim”, perfetto coronamento di una serata suggestiva a tu per tu con Kozelek, e di un valido e inatteso best of dal suo ampio repertorio.
(Foto di Andrea Amadasi)
Bees On Echinacea
I Watched The Film "The Song Remains the Same"
Baby In Death Can I Rest Next To Your Grave (Jimmy LaValle & Mark Kozelek)
Nervous To Fly
Young Love
Harper Road
Admiral Fell Promises
Richard Ramirez Died Today Of Natural Causes
The Light
Dogs
Spoken word about The Jesus And Mary Chain
Calgary (Mark Kozelek, spoken word)
Ålesund
Duk Koo Kim