Anche gli Almamegretta entrano di diritto nel novero delle band che hanno deciso di celebrare con un tour dedicato il trentennale di uno dei propri dischi di riferimento. I festeggiamenti in questo caso sono in onore di uno dei lavori più significativi della scena italiana “alternativa” degli anni Novanta: “Sanacore 1.9.9.5.”. Riascoltare oggi i dischi di quel periodo incisi dalla band partenopea fa comprendere ancor più di allora quanto Raiz e compagni fossero avanti dal punto di vista della visione musicale. Una commistione fra tradizione mediterranea e contemporaneità dub che continua a reggere senza problemi al trascorrere del tempo, suonando ancora oggi per nulla invecchiata. A rivederli sul palco pare che anche dal punto di vista anagrafico per loro il tempo si sia fermato, e questo tour celebrativo riaccende i riflettori dopo anni trascorsi senza particolari scossoni.
Lo spettacolo che portano in scena intende non soltanto riproporre (con una diversa sequenza) le canzoni di “Sanacore 1.9.9.5.”, ma intervallarle con altre, stilisticamente affini, incise in altri momenti della loro carriera. Ecco quindi che accanto a “O’ sciore cchiù felice”, “Pe’ dint’ ‘e viche addò nun trase ‘o mare” e “Scioscie viento”, capolavori assoluti del sound partenopeo di tutti i tempi, vengono riproposti brani precedenti a “Sanacore” (“’O bbuono e ‘o malamente” e ”Anima Migrante” erano nell’esordio pubblicato l’anno precedente) e immediatamente successivi. L’unica concessione più recente è “Water di Garden”, da “Senghe”, l’album che due anni fa ha portato gli Almamegretta a vincere la quarta Targa Tenco in carriera, come “Migliore Opera in Dialetto”.
Come corollario alle otto date del tour, che ha toccato altrettanti importanti live club lungo la nostra penisola, gli Almamegretta hanno pubblicato un Ep, “2.0.2.5. Reloaded”, acquistabile al banchetto del merchandising, contenente quattro versioni rivisitate e due inediti, entrambi suonati questa sera, che riprendono le stesse sonorità del lavoro del 1995: “Hard-Kora Dub” e “Unforgettable Dub”.
A chiudere la prima parte del concerto provvede “Karmacoma”, evergreen dei Massive Attack qui resa nella visione degli Almamegretta, passata agli annali come “Napoli Trip”. Nei bis spazio a tre super-classici del gruppo: “Figli di Annibale”, “Sanacore” e “Nun te scurdà”, fra i loro brani tuttora più amati dal pubblico.
Poche chiacchiere sul palco, giusto qualche ringraziamento finale e la presentazione dei musicisti da parte di Raiz sulle note conclusive. Un paio di riferimenti a Bob Marley, attraverso citazioni di “War” e “No More Trouble”, innestati all’interno delle proprie composizioni, per ricordare come il nostro pianeta continui a essere martoriato da terribili guerre. Un’immersione totale di oltre un’ora e mezza dentro una fetta rilevante dei nostri anni Novanta, quando la musica poteva anche avere la facoltà di assumere il ritmo cadenzato del battito del cuore, un cuore con le radici a Napoli e la testa a Bristol.
(Foto di Michele Aldeghi)