04/04/2025

Joan As Police Woman

Circolo Angelo Mai, Roma


Un concerto diretto, imperfetto, bellissimo. Joan As Police Woman si è presentata sul palco del Circolo Angelo Mai vestita interamente di bianco. Una scelta che sembrava più un manifesto che un vezzo perché ha imposto fin da subito il tono della serata: niente fronzoli, nessuna scenografia, solo una donna, la sua voce e pochi strumenti. Il tour che ha intrapreso, per la prima volta sola sul palco senza la band, segna, infatti, un passaggio inedito nella sua carriera. Lo ha confidato lei stessa sin da subito, con quel sorriso nervoso e luminoso che appartiene a chi si espone senza protezioni. E quella tensione, lieve ma tangibile, si è trasformata in un filo d’emozione teso tra lei e il pubblico, che ha saputo tendere a sé con grazia.

Al piano o alla chitarra, ogni brano è stato presentato con piccoli rituali – uno sguardo alla scaletta, un sorso d’acqua, a volte un gesto delle mani per canalizzare l’atmosfera della sala. Ampio spazio è stato dato al suo nuovo disco “Lemons, Limes And Orchids”, un lavoro pacato e riflessivo, che trova nella forma acustica il suo habitat perfetto.
Dopo l’apertura con “With Hope In My Breath”, il concerto prosegue con “Full Time Heist” e “Remember The Voice”, quest’ultima proposta in una versione più intima, priva degli elementi elettronici che caratterizzano la versione in studio. Tra aneddoti leggeri sul suo stato influenzale, Joan Wasser accenna al suo timore riguardo l’uso di una base preregistrata in “Tell Me”, temendo che potesse allontanare il pubblico. Ma, al contrario, il pubblico resta, e il concerto cambia direzione, acquistando intensità.

Man mano che la serata avanza, Joan si svela, raccontando il significato delle canzoni che sta per suonare. La title track nasce da un momento di smarrimento a New York, un vagabondare senza meta in un silenzio che la costringeva a confrontarsi con la propria solitudine. La cover di “Guiltiness”, brano di Bob Marley, scivola delicatamente tra le note di un'interpretazione che mantiene il peso originale del testo. Poi arriva “O Joan”, dove il gioco di parole tra il suo nome e quello dell’eroina francese diventa metafora di un’esistenza in fiamme. “What Was It Like” tratto dall’album “Damned Devotion” (anch’esso molto ben rappresentato nella serata) si intreccia al ricordo affettuoso del padre, toccando con sottile ironia la politica attuale: “Era un brav’uomo: avrei voluto che oggi fosse presidente, anche se lui probabilmente non avrebbe voluto”.

Il finale della serata è stato un omaggio a “The Deep Field”, album di ormai quattordici anni, ma che rimane uno dei picchi della sua lunga carriera. “I Was Everyone e l'immancabile “The Magic” sono state suonate alla chitarra, con il pubblico che si è unito a lei nei ritornelli. Dopo i bis al piano, Joan non si è nascosta dietro le quinte. Si è avvicinata al banchetto del merchandising, firmando autografi con una disponibilità che non faceva sentire il peso della stanchezza. Con un sorriso divertito, ha scherzato sulla quantità di oggetti da portare via, chiedendo al pubblico di non farle riportare tutta questa roba in America. La sensazione era che però l’artista volesse mantenere vivo quel legame creato sul palco. Mentre il pubblico si disperdeva, ne reclamava il ritorno come il mare che richiama le onde sulla riva.