Correva l’anno 1995. Dopo un viaggio “purificatore” negli Stati Uniti, Luciano Ligabue tornava a casa e con una nuova band al seguito provava a dare una sterzata a quell’auto che due anni prima, con l’uscita di “Sopravvissuti e sopravviventi”, sembrava essersi ingolfata tra le chitarre sporche e distorte dei primi anni Novanta. Che poi, con il passare degli anni, quell’album cupo e ruvido verrà riscoperto e rivalutato è tutta un’altra storia. In quel presente, ormai piuttosto lontano, Ligabue stava vivendo una fase delicata, “di transizione”, come ricorda lui stesso durante l’esclusivo evento milanese all’Apollo Club del 13 marzo scorso.
In realtà, la separazione dai Clandestino e dallo storico produttore, Angelo Carrara, la risposta tiepida di pubblico e critica all’uscita di "Sopravvissuti e Sopravviventi" e il vistoso calo di presenze ai concerti del famoso Neverending Tour si riveleranno, col senno di poi, il carburante che due anni dopo avrebbe riavviato quell’auto in panne.
Oggi, a trent’anni di distanza, nella prima parte dell’evento all’Apollo Club – esclusivamente dedicata alla stampa – Ligabue annuncia un’uscita gigantesca: sei ore di musica, edita e inedita, per festeggiare l’anniversario di un disco a cui, ammette senza giri di parole, “deve moltissimo” e a cui spesso ripensa “con un senso di tenerezza e un pizzico di ammirazione” per ciò che quel Ligabue incarnava nel 1995 con un'energia e un'attitudine che con il tempo sono comprensibilmente venute meno.
Con la Banda, dice Ligabue sul piccolo palco del club milanese, si scelse di sposare un sound senza tempo, "classico, ma mai di moda" ed è difficile dargli torto. "Buon Compleanno Elvis" è come un completo con camicia bianca e cravatta e proprio per questo fra dieci anni suonerà esattamente come suona ora e cioè come suonava trent’anni fa.
Una delle novità che porta con sé questo trentesimo anniversario è quella di poter ascoltare i quattordici brani dello storico disco in una nuova versione, più “nuda”, senza neanche la presenza di basso e batteria, con l’intento - specificato proprio da Ligabue durante l’incontro - di avvicinarsi il più possibile alla forma ancestrale di quelle quattordici canzoni, che vennero scritte tutte con una chitarra acustica appoggiata sulle gambe.
Conclusa la conferenza stampa, l’Apollo Club ha aperto le sue porte anche a un centinaio di membri dello storico fanclub, il Bar Mario. Circa un'ora dopo la conferenza, infatti, Ligabue è salito di nuovo sul palco per regalare al ristrettissimo pubblico milanese un’anteprima della rivisitazione acustica che uscirà il prossimo 18 aprile, proponendo otto tracce su quattordici. L’atmosfera, intima e raccolta, ha conferito all’evento i connotati di una festa in famiglia, più che di un incontro di promozione o di un concerto per la fanbase. Che si festeggino due ricorrenze infatti – il compleanno di Ligabue e l’anniversario del suo quinto album – non sembra affatto una semplice coincidenza.
Con Mel Previte (chitarra acustica e sax) alla sua sinistra, Poggipollini (chitarra classica e chitarra acustica) alla sua destra e Fornciari (tastiere) alle sue spalle, Ligabue ha pescato dai classici, come “Hai un momento Dio?”, “Certe notti” e “Leggero”, ma si è avventurato anche in terreni meno battuti, come “Il cielo è vuoto o il cielo è pieno” - con cui ha aperto il set - e “La forza della banda”, raramente eseguita dal vivo nel corso della sua carriera.
Particolarmente suggestiva l'esecuzione di "Leggero", con l'assolo di sassofono di Mel Previte in chiusura, quasi a salutare con un caldo abbraccio i pochi eletti assiepati davanti al cantautore emiliano.
Un regalo che Ligabue ha fatto (e si è fatto) nel giorno del suo sessantacinquesimo compleanno - con al seguito famiglia e Barbacci, produttore del disco del 1995 - voltando lo sguardo a quando di anni ne aveva trentacinque e tutto sembrava ovvio, naturale, probabilmente anche più semplice, più affascinante, più "leggero".
(Foto di Alessandro Bremec)