Inizia alle 21,15 in punto, come da programma, l’atteso concerto di Toquinho organizzato da Zed! al Gran Teatro Geox di Padova: sul palco, incedono informali il batterista e il bassista, una sezione ritmica di impressionante vigore che parte imbastendo un ritmo samba; dopo un paio di minuti, si unisce a loro una chitarra classica che completa un’entusiasmante versione strumentale dalle tinte jazz di “Apelo”, gioiellino firmato al tempo da Baden Powell e Vinicius De Moraes. E poi fa il suo ingresso Toquinho, 79 anni indossati con leggerezza e autoironia.
Da subito, il nostro si rivolge al pubblico in italiano, usando toni confidenziali tipici di un amico di vecchia data. Ha così inizio un concerto che, in un’ora e mezza densa e vivace, ripercorre la carriera di uno tra i più fortunati compositori e interpreti della bossanova, un uomo che ha lavorato spalla a spalla coi mostri sacri del genere e ha ottenuto negli anni 80 un riconoscimento commerciale di caratura internazionale, anche grazie alle sue incursioni nell’ambito della musica leggera e della canzone d’autore, come ad esempio con la celebre "Acquarello", che sarà eseguita nei bis.
La scaletta alterna canzoni prevedibili (i classici jobimiani “Corcovado” e “Garota de Ipanema”) a emozionanti bossanovizzazioni di gioielli italiani, quali una sorpendente “Anema e core” poi confluita in “Roma nun fa la stupida stasera”.
A impreziosire il concerto, confessioni e memorie dei personaggi più pittoreschi incontrati in 60 anni di carriera: su tutti, De Moraes, con 9 matrimoni alle spalle e una smodata affezione per il whisky, definito “il migliore amico dell’uomo”.
Con l’Italia Toquihno ha sempre intrattenuto un rapporto privilegiato, palesato nell’interpretazione del successo di Sergio Endrigo (scritto da De Moraes/ Bardotti) “La casa” e, naturalmente, in “La voglia, la pazzia”, tratta dall’irripetibile album con protagonista Ornella Vanoni “La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria” del 1976, che resta ancor oggi uno dei più riusciti esempi di bossanova nella nostra lingua.
E se la voce di Toquinho si è comprensibilmente affievolita a causa del trascorre del tempo, il suo stile chitarristico resta preciso e cangiante, facendone uno dei chitarristi più apprezzati nella scena contemporanea. A impreziosire l’esibizione, le armonizzazioni e alcune prove in solo della giovane cantante Camilla Faustino.
Sul finale, sventola da sottopalco una bandiera del Brasile e ad alcuni scende una lacrima, per il bis con l’immancabile “Tristeza”.
Apelo
Corcovado / Garota de Ipanema
Samba de Orly
Anema e core / Roma nun fa' la stupida stasera
Samba da bênção / Samba Pra Vinicius
La casa
Tarde em Itapoã
Asa Branca
Você Abusou
Chega de saudade
Semaforo rosso
O que será (à flor da terra)
Samba Della Rosa
Io so che ti amerò
Berimbau
Canto de Ossanha
La voglia, la pazzia
Acquarello
Tristeza