05/09/2024

Curtis Harding

Monk Club, Roma


Mentre la martellante calura romana viene spazzata via a suon di bombe atmosferiche, il pubblico capitolino riassaggia il piacere di ritrovarsi al chiuso, ritrovando il brivido della calca che riempie il Monk Club in un giovedì sera di inizio settembre. Il sempre frizzante locale di Via Mirri non ha mai fermato la sua programmazione, ma la sensazione di risveglio nel circuito live a Roma è palpabile. E’ la serata di Curtis Harding, aitante quarantacinquenne da Saginaw, Michigan, poi adottato dalla eclettica Atlanta per il pieno sviluppo del suo approccio sperimentale alla soul music. Cresciuto in una famiglia votata alle sette note, Harding ha iniziato il suo viaggio sonico tra i meandri dell’hip-hop, in combutta con CeeLo Green che lo ha portato in tour come backing vocalist. Una breve parentesi a Toronto gli ha permesso di esplorare il suo talento da songwriter, per un successivo avvicinamento ai generi R&B e garage-rock insieme a Cole Alexander dei Black Lips. Una potente versatilità e fusione di stili, riversata nell’album di debutto “Soul Power” (2014), da cui viene ripresa la “Keep On Shining” che apre il set romano. Il northern soul che incontra il ritmo Motown, introdotto dal lungo giro di tastiere prima della salita sul palco di Curtis che agita il tamburello tra occhialoni alla Elton John e primi svolazzi vocali.

“E’ stata una giornata tosta”, esordisce Harding, forse a giustificare un set che si rivelerà insolitamente breve, poco più di un’ora. Particolarmente apprezzato dagli addetti ai lavori, “Soul Power” ha mostrato fin dall’esordio la capacità di trattare temi piuttosto comuni con un approccio compositivo e vocale del tutto personale. Come un Bill Withers degli anni 2000, Harding conduce la successiva “The Drive” con il suo cupo groove funky-rock, decisamente più oscuro rispetto alla versione su disco. Uno dei migliori album R&B del 2017, il secondo “Face Your Fear” ha aperto ulteriormente il repertorio di Harding, che ora canta la melliflua ballata soul “Need My Baby” con il tono di un veterano, scintillante e colorata come le luci rosa che bagnano la sala.
“The One” è il primo brano eseguito dall’ultimo “If Words Were Flowers”, stupendo l’ascoltatore con il suo approccio più fusion al soul vecchio stile. Harding coinvolge il pubblico nel cantare all’unisono il suo
ba-da-da-da, ottenendo la caldissima risposta tra gli spettatori, molti turisti provenienti direttamente dagli States. Se la cinematografica “Till The End” strizza l’occhio al pop-jazz con un sound rotondo vergato dallo xilofono, “On And On” mette in mostra uno stile vocale drammatico che per un momento ricorda la compianta Amy Winehouse.

In maglietta corta colorata, il
songwriter di Atlanta porta a casa piuttosto rapidamente la parte centrale del set, scatenando il falsetto nel funk robusto di “Dream Girl” e un solido arrangiamento à-la Chic in “Heaven’s On The Other Side”. Si arriva al momento più rilassato del concerto, dalla cadenza molleggiata di “Face Your Fear”, tra campionamenti orchestrali, al soul-jazz di “Freedom”.
Le porte laterali del Monk vengono aperte, perché il pubblico all’interno è scatenato, la temperatura sale. La band di Harding suona sempre fluida, forse in maniera troppo rapida, come a voler sbrigare la pratica in fretta. “Can’t Hide It” scatena un R&B macchiato di jangle-pop, seguita da “I Won’t Let You Down” che porta nuovamente Harding a cantare insieme al suo pubblico.
La migliore doppietta del set è costituita da “Wednesday Morning Atonement” - un mix perfetto di soul, funk e psichedelia beatlesiana con un intenso assolo di chitarra - e il finale pirotecnico di “I Need Your Love”, con un ritmo killer che ricorda il soul più old-style, quasi un omaggio al genere così tanto amato da Curtis.

“Peace And Love”, saluta Harding, prima di rientrare per l’unico bis della serata. “Hopeful” è dilatata, arricchita da un gusto rap nel canto, con l’assolo finale di una chitarra che avrebbe potuto osare qualcosa in più durante il live. Fine dopo poco più di un’ora. Molti restano dentro pensando che arrivi un secondo brano, mentre i tanti spettatori a stelle e strisce escono dal locale, capendo come chiamare Uber a Roma per tornare a casa.

Setlist

Keep On Shining
The Drive
Need My Baby
The One
Till The End
On And On
Dream Girl
Heaven's On The Other Side
Face Your Fear
Can't Hide It
I Won't Let You Down
Wednesday Morning Atonement
I Need Your Love

Encore

Hopeful

Curtis Harding su Ondarock

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