28/06/2008

Dirtbombs

Circolo degli artisti, Roma


di Antonio Perrone
Dirtbombs

Il caldo umido di serate come questa ha un feeling particolare con la carnalità del suono dei Dirtbombs. L’energia tesa allo spasimo della band e il timbro caldo della voce di Mick Collins si compenetrano alla perfezione con il desiderio del pubblico di dimenarsi. Il risultato è una bolgia di persone che ballano e cantano a squarciagola pezzi nuovi e cavalli di battaglia. La performance è infatti una di quelle da ricordare. La carica elettrica che si sprigiona dal palco è pura essenza r’n’b intrisa nel soul Motown in salsa lo-fi.

La band è arrivata in Italia per promuovere il nuovo album "We Have You Surrounded", pubblicato per In The Red, e porta con lo sé la consueta dose di dinamismo e frenesia. E’ inserita nel festival di chiusura della programmazione del Circolo degli Artisti “School’s Out” ed è preceduta sul palco da un nutrito numero di formazioni. Tutte in qualche maniera debitrici nei confronti della gruppo della Motor City. In ordine di apparizione, I Capputtini i lignu, Le Motorama, Intellectuals e infine Margaret Doll Rods. Tutte con una spiccata propensione al garage. In particolare Margaret, ex leader delle Demolition Doll Rods, si esibisce in un one woman show con chitarra in braccio. Presenta il suo nuovo album solista, puro rock’n’roll venato di blues sporco e caustico. Un po’ Stooges, un po’ Cramps, questi i riferimenti principali. Irriverente e sensuale tra un pezzo e un altro scherza con il pubblico, ironizza sul suo seno e sul suo bisogno d’amore. 

Ma ovviamente il momento clou sono loro, i Dirtbombs, e man mano che i minuti passano, il pubblico si fa più impaziente. La formazione è quella degli ultimi anni: Mick Collins, alla chitarra e alla voce, Ko Melina,  alla seconda chitarra, Jim Diamone al basso, e infine la coppia di batteristi formata da Ben Blackwell e da Patrick Pantano. Finalmente un boato precede il loro ingresso.
L‘inizio è folgorante con la solita verve e grinta aggrediscono il palco. La doppia batteria c’è e si sente. La sinergia tra i membri del gruppo è davvero grande e tutti si muovono all’unisono. Tra loro si innalza naturalmente la figura del gigante di colore con il suo vocione soul. L’ex Gories è, come al solito, l’anima e il punto di riferimento della band. Impassibile nei suoi occhiali scuri, con un sorrisetto beffardo macina riff tra un falsetto e una sferzata elettrica.

Il repertorio è quello di sempre: adrenalinico garage che si ibrida con il compatto r’n’b. Di volta in volta, però, i Dirtbombs decidono di declinare la matrice originaria in varianti nuove: si va dal fuzz chitarristico spinto al disco-punk per buttarsi nel garage-noise. E’una conseguenza piuttosto ovvia che "Chain Of Love", "Underdog", "Indivisible", "Motor City Baby", "Leopardman At C&A" infiammino letteralmente il pubblico. Mentre la temperatura sale rapidamente e perle di brillante sudore si alzano nell’aria, la band non perde di compattezza, continua nel suo show con il pilota automatico. Punteggia di cover il suo live, e infatti dopo poco arriva "Sherlock Holmes" degli Sparks, peraltro traccia già presente nell’ultimo album.

Ma è su una cover degli Inxs che la serata si conclude. In mezzo al brano, uno dei due batteristi in piena trance si butta sul pubblico e arringa gli spettatori. Li incita a continuare così. Come un predicatore sciorina un autentico sermone rock. Il resto della band asseconda il siparietto, invero piuttosto lungo e noiosetto, per poi esplodere nel finale. Tra le onde di una danza rock, il capitano Collins, dopo trent’anni, segna ancora il passo.