19/01/2025

Zu

Monk Club, Roma


E’ l’alba di un nuovo anno, ma sembra la fine del mondo. Il freddo è umido, e punge forte. A decine ci ammassiamo nelle zone coperte del Monk Club, mentre la pioggia si infittisce e castiga chi sta arrivando a piedi per non perdersi l’inizio, fissato alle 19,45. Il locale ormai storico di Via Mirri ha infatti avviato una interessante sperimentazione, i cosiddetti “concerti presto” che offrono al pubblico una seconda vita alla fine di un live. Nella più uggiosa domenica di gennaio, alle porte del famigerato blue monday, gli Zu da Ostia stanno per tornare ancora una volta a casa in un mini-tour di pochissime date. Mentre la pioggia diventa meno implacabile, dalla sala principale del Monk rumoreggiano i primi accordi sparati dai Deflore, il duo composto da Christian Ceccarelli (basso, sintetizzatori) ed Emiliano Di Lodovico (chitarre, sintetizzatori). Un mix deflagrante di tribalismo elettronico, groove distorti in odore di metal e doom, atmosfere tra la psichedelia disturbante e il noise-rock. Un ottimo antipasto prima della grande abbuffata, perfettamente in linea con il livello di sperimentazione e versatilità atteso dal pubblico, che infatti applaude convinto la band di “Human Indu[b]strial”.

Poco prima delle 19,50, mentre viene preparato il nuovo palco, la pioggia ha frenato la sua corsa folle, favorendo tutti noi fumatori. Due ragazzi incappucciati discutono con ardore di math-rock, mentre c’è un non più giovane visibilmente divertito nel ricordare quando Danny DeVito ha lasciato tutti a bocca aperta presentando a sorpresa l’esibizione con Mike Patton. Appena un anno dopo gli Zu avrebbero pubblicato quello che in molti definiscono “il capolavoro”, “Carboniferous”. Il disco del climax, quello che porterà la band davanti a 30mila persone insieme a Chris Cornell, in Cile, prima della separazione e del lungo iato tra il 2011 e il 2014.
Passano nemmeno dieci minuti e ci siamo, gli Zu salgono sul palco senza dire una parola, lasciando tutta la voce all’attacco apocalittico di “Pantokrator”, tra nenia funebre e cacofonie affidate al caso. In formazione con Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra, Zeus e Traum) alla batteria, gli storici Massimo Pupillo (basso) e Luca T. Mai (sax baritono) riportano il sound del gruppo alle radici, nuovamente a contatto con le dimensioni live più intime.

Dall’omonimo Ep del 2014, “Goodnight, Civilization” si rivela un mix tenebroso e implacabile di noise e jazz-metal, offrendo al pubblico già in estasi le prime sfuriate avanguardiste dei fiati. Il groove tra grind e doom conduce la cavalcata “The Unseen War”, seguita senza soluzione di continuità dalle fucilate di “Rudra Dances Over Burning Rome”, ancora dal disco “Cortar Todo” (2015).
Il concerto acquisisce con il passare dei minuti una carica brutale, quasi a voler portare un messaggio apocalittico. Da “Cortar Todo” a “No Pasa Nada”, la macchina sonica degli Zu brilla nelle sue cromature metalliche, come a guidare una nuova era industriale. Il crescendo in drone-sound di “Conflict Acceleration” introduce il primo recupero della serata dal disco manifesto “Carboniferous”, la versione d’assalto di “Erinys” che porta equilibrio tra ordine ritmico e caos cacofonico. Dalla trivellazione marziale “Obsidian” alle derive math-core in “Chthonian”, il trio torna a esplorare dal vivo il disco più conosciuto e apprezzato, sublime espressione di un'anarchia sonica e di un'assoluta indecifrabilità stilistica.

Il primo set finisce tra gli applausi scroscianti, prima del corposo bis aperto dalla claustrofobica “Carbon”. Sax e basso scatenano il ritmo free-jazz di “Beata viscera”, seguita dagli sfoghi noise di “Axion”. La parola fine è sulle atmosfere doom di “Vantablack Vomitorium”, dopo circa novanta minuti giocati a tutto pressing sugli strumenti. Nonostante le diverse interruzioni professionali, gli Zu da Ostia sanno ancora benissimo come spettinare il pubblico con una forza bruta, ammaliante, oscura.

Setlist

Pantokrator
Goodnight, Civilization
The Unseen War
Rudra Dances Over Burning Rome
Cortar Todo
No Pasa Nada
Conflict Acceleration
Erinys
Obsidian
Chthonian

Encore

Carbon
Beata Viscera
Axion
Vantablack Vomitorium

Zu su Ondarock

Vai alla scheda artista