
L'album si intitola "L'Ultimo Ricatto" e, nonostante il titolo, non rappresenta alcun passaggio alla lingua italiana: infatti Saporiti continua a cantare in inglese. Un cambiamento importante c'è però, e riguarda l'attitudine proprio in termini di arrangiamenti. La sfida di questo disco, infatti, è quella di coniugare un songwriting classico con un approccio sonoro moderno e sperimentale: lungi dall'assecondare l'introspezione propria dello scheletro delle canzoni, il suono è aspro, robusto e estremamente dinamico, sia nei tempi della sezione ritmica che nel modo in cui un ampio spettro di elementi entra e esce con modalità totalmente fuori da ogni schema.
Il rischio era quello di produrre un risultato le cui diverse parti suonassero come totalmente slegate tra loro, invece la fusione riesce perfettamente e il disco fluisce in modo perfettamente organico, pur non essendo certo un lavoro dalla struttura convenzionale.