
Secondo il regista Edo Tagliavini, "il riferimento cinematografico è il celebre Tetsuo di Tsukamoto [...] in doppie esposizioni con e senza Sara, per ricreare l'effetto etereo, fantasmatico trasparente [...] Ad aiutare l'atmosfera la bellissima pineta di Marina Romea, "catturata" alla fine di maggio, quindi ancora non troppo frequentata ed in balia di una suggestiva metamorfosi dei colori. [...] L'idea della pellicola bruciata, per richiamare il ricordo, e i conseguenti flash su alcuni tratti del video sono a livello di concept la distinzione fra presente e passato, in un gioco di inseguimenti (per la pineta appunto) dove Dagger Moth diventa assenza/presenza."