Ondarock in collaborazione con Costello's è lieta di presentare in esclusiva il freedownload del brano "Flowers", estratto dalla prima pubblicazione degli Ultimi Cosmonauti. A seguire, oltre al comunicato stampa e allo streaming Soundcloud da cui scaricare il brano, anche una breve intervista con il fondatore e il cantante di "Flowers", ovvero Giuseppe Guidotti e Umberto Provenzani (News For Lulu).
“Sputnik1” è la prima sonda che Gli Ultimi Cosmonauti si apprestano a lanciare. Un progetto che nasce con l'intento di riunire al suo interno artisti provenienti da varie band con lo scopo di scrivere musica originale. Non un side project, quindi, né una compilation. Un progetto all'interno del quale far riversare un desiderio di creatività e ricerca, mescolando le carte. Musica e non solo, la voglia di unire storie di artisti che spesso si incrociano sui palchi e si stimano. La volontà è quella di essere il più possibile "liquidi" e svincolati dai classici schemi editoriali. Oltre a “Sputnik1”, infatti, sono già in fase di lavorazione i remix e “Sputnik2”, secondo demo di altri 4 pezzi, previsto per inizio 2016.
Come vi siete conosciuti e cosa vi ha portato a formare “Gli Ultimi Cosmonauti”?
Giuseppe Guidotti: l’idea è nata dal fatto che avevo un mole di pezzi più o meno definiti che non sapevo destinare a nessuno dei miei progetti musicali esistenti. Per me la nella musica la contaminazione e le collaborazioni sono un aspetto fondamentale. Per questo ho pensato di inviare i pezzi a diversi artisti che nel corso degli anni ho avuto modo di conoscere o con i quali ho avuto la fortuna di dividere il palco.
Umberto Provenzani: Ho conosciuto Giuseppe perchè è un mio stalker da lungo tempo. A parte questo, ci conosciamo da anni e, alcuni mesi fa, mi ha proposto di partecipare a questo bel progetto. Mi è sempre piaciuto scrivere linee vocali e cantare su brani scritti da altre persone (l’avevo fatto in passato, ad esempio, su “Stuck in the room full of mirrors” degli Ultraviolet Makes Me Sick), trovo che sia un bellissimo modo per collaborare e per prendersi amichevolmente a ceffoni.
Ogni brano dell’ep va in qualche modo in una direzione tutta sua. L’anima della canzone nasce a priori o è stata scelta in base al cantante del brano?
G:Le canzoni sono nate in maniera totalmente autonoma senza un’idea di uscita. Proprio perchè mi sono trovato ad avere in mano pezzi così diversi tra loro mi veniva difficile riunirli in un unico progetto. Per questo ho iniziato a pensare, in base ai brani, a chi sarebbe stato adatto a cantare quel determinato brano. Poi la cosa bella è che ognuno ci ha messo del suo, a volte stravolgendo completamente l’idea di pezzo originale come nel caso di Flowers in cui avevo mandato a Umberto un’idea di canzone più in linea con quello che gli avevo sentito fare in passato. La sua controproposta mi ha spiazzato lasciandomi a bocca aperta.
U: Giuseppe ha sicuramente pensato a “cosa mandare a chi”, per sfruttare meglio sia il materiale di partenza, sia il destinatario. Per quanto riguarda Flowers, devo dire che non ci sono stati problemi di nessun tipo, anche quando ho chiesto di poter intervenire su elementi strutturali (la tonalità, il tempo, etc) e di scrivere parti nuove. E’ stato il primo pezzo che ho registrato interamente a casa mia e, quindi, gli sono molto affezionato.
Come è avvenuta la scelta del cantante per ogni canzone?
G:Come dicevo la scelta è partita dalle canzoni. Ascoltandole provavo a immaginarmi una voce che ci sarebbe stata bene. A qualcuno ho mandato di verse proposte, per altri c’è stato un colpo di fulmine al primo colpo. In realtà ho lavorato anche ad altre canzoni oltre a quelle che sono state pubblicate in Sputnik1 che saranno raccolte nel Volume 2.
U:Credo che Giuseppe mi abbia scelto perchè adora andarsi a cacciare in situazioni difficilissime ed ansiogene.
Cosa potete dirci su “Flowers”? Com’è nata? Tra l’altro è anche la traccia d’apertura, cosa vi ha spinto a questa scelta?
G: Quando ho contattato Umberto la sua risposta è stata: certo partecipo solo se il pezzo mi piace. Sacrosanto pensai io. Gli mandai questo pezzo completamente diverso da quello che si sente sul disco.Lui mi chiese se poteva fare alcune modifiche. Quando mi mandò la prima versione del pezzo era già simile a quello presente sul disco ma completamente stravolto rispetto all’originale. Io ne rimasi subito colpito. A me personalmente sembrava perfetta come apertura. Non avrei potuto immaginarmi un altro posto se non quello di apertura. Apre uno squarcio sulle atmosfere dilatate dello Spazio.
U: Giuseppe mi ha spedito una demo, con un tempo più veloce, ma alcuni elementi che trovavo molto interessanti. Così ho rallentato il tutto e, con molta calma, ho costruito il resto strumento per strumento. Volevo un’atmosfera malinconica, ma allo stesso tempo molto aperta e basata sul ritmo, “un mix tra Rihanna, i Pink Floyd e il classic soul”, come dicevo ridendo a Giuseppe. Quando avevo quasi finito, ho avuto il colpo di fortuna di ritrovarmi Hanna Nikula (canta e suona il violino in un’ottima band di Helsinki, di nome Bon Jouni) che gironzolava per casa, così le ho chiesto gentilmente se poteva aggiungere i suoi cori, che trovo aggiungano un colore fondamentale al pezzo.
Qual è il collante tra i brani di Sputnik1?
G:Un collante vero e proprio da un punto di vista artistico non c’è. Potrei dirti che sono io perchè bene o male tutti e 4 i pezzi li ho scritti io però sarebbe comunque un’informazione parziale perchè come detto i pezzi poi sono stati cambiati e stravolti. Non solo Flowers ma tutte le altre canzoni si sono formate e trasformate intorno al cantante.
Il vero filo d’unione credo che siano le persone. Siamo tutti ragazzi che credono nella musica più di ogni altra cosa. Suoniamo tutti da anni e facciamo un sacco di km e di sacrifici per la musica. Abbiamo condiviso palchi o spazi sulle webzine. Tutti i cosmonauti hanno accettato praticamente a scatola chiusa di partecipare al progetto. Questo è il collante, la stima reciproca e la voglia di mettersi in gioco producendo musica originale che è uno scoglio ben diverso rispetto ad esempio nel ritrovarsi in compilation di cover. Scrivere una canzone nuova con qualcuno con cui non l’hai mai fatto non è detto sia semplice. Con loro è stato tutto semplicissimo e io non posso che essergliene grato.
U: trovo che, anche senza aver premeditato una sonorità comune, tutti i pezzi dell’EP siano ben collegati. Sicuramente in parte è per la matrice che arriva da Giuseppe, in parte è per aver scelto tutte persone che condividono lo stesso mondo musicale, piuttosto piccolo a dire il vero.
Il progetto proseguirà con questi collaboratori o ne cercherà di nuovi?
G:Sto già lavorando ad altri 4-5 pezzi che usciranno nel 2016 con nuovi collaboratori. La mia speranza è quella di coinvolgere sempre più artisti. Questo è il mio sogno. Poi perchè no, mi piacerebbe moltissimo tornare a scrivere anche con loro e non è detto che non ricapiti
U: Credo proprio che ci saranno altri capitoli, con altri collaboratori, che sono molto curioso di ascoltare. Ovviamente in caso di collaborazioni future sono più che disponibile.