OndaWatch: Novelty Daughter

05-04-2016

Stereocure è al tempo stesso un collettivo di musicisti e un'etichetta di New York che sta portando alla luce una serie di artisti interessanti fra cui Native Eloquence, RYV e A Sol Mechanic. C'è un'artista che spicca fra tutti e si tratta di Novelty Daughter, pseudonimo della multistrumentista e cantante statunitense Faith Harding.

Il 2013 è l'anno del suo esordio con l'Ep omonimo che mette in mostra subito due cose: la magnificenza vocale, calde e ipnotica, e la capacità di destreggiarsi fra vari stili. La voce diventa anche strumento aggiunto come dimostra il brano "I Can't Remember What Was Said" che segue il flusso sonoro in maniera impeccabile. Le cinque tracce sono l'essenza di un'ottima miscela fra elettronica con riferimenti al future sound, piano indirizzato su confini jazz, percussioni chirurgiche e definite all'interno di un suono che si rimodella brano per brano.

 
Dopo due anni di assenza, nel 2015 esce il singolo "Impatients" che fa emergere un pulizia maggiore del lato elettronico con una esplorazione differente dei ritmi. Questo approccio si riversa nel primo full-length che è uscito poche settimane fa via Stereocure.
 
 
La ricerca complessa di uno stile 'originale' si completa con "Semigoddess" che concretizza quanto fatto di buono negli anni precedenti. La sua voce resta protagonista e si adatta alla varietà stilistica che caratterizza l'album: l'anima soul di "Not Fair", le pulsioni dall'ispirazione techno (senza esserlo effettivamente) di "I'll Sing", la tensione electro e frastagliata di "Love Hate Letter", il pop deforme di "Selves", i retaggi jazz che sorvolano l'impostazione della maggior parte dei pezzi in modo labile ma efficace. Un esempio efficace di visione contemporanea della musica che vede nella ricerca e l'esplorazione le uniche due costanti.

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