Settimana ricca di appuntamenti per il
Roma Europa Festival. Dal 15 al 16 novembre, al Teatro Vascello, va in scena "
New Ghetto Song", protagonisti Raiz, Yotam Haber ed Ensemble LCP con Daniele del Monaco. Le melodie vocali ebraiche come moderno
songbook. Questo è il senso del trasferimento, non solo spaziale, delle musiche della tradizione sacra ebraica dal luogo di culto alla sala da concerto. New Ghetto Songs - presentato al Teatro Vascello in coproduzione con Nuova Consonanza nell’ambito del Romaeuropa Festival e Festival Nuova Consonanza il 15 e 16 novembre - è il frutto di una triangolazione tra un compositore, Yotam Haber, un cantante, Raiz, e un direttore d’orchestra, Daniele Del Monaco il quale, come elemento di connessione tra i due, rende la riscrittura rigorosa della musica ebraica masticabile e quindi restituibile in forma di canzone popolare.
Il risultato, “uno show di teatro pop, intrattenimento d’autore”, secondo Del Monaco, è frutto di un lavoro molto serio che ha un valore di documentazione storica, oltre che artistico. Entrambi i concerti saranno preceduti (alle ore 20,00) dall’appuntamento con Music Insid(i)e con Massimo Acanfora Torrefranca a cura di Nuova Consonanza.
Domenica 20, invece, alle 19 presso l'Auditorium Parco della Musica, l'appuntamento con un vero e proprio evento video-musicale: "
Music for Solaris". Il
cult-movie per eccellenza del cinema fantascientifico di Andrej Tarkovskij, a sua volta basato sull’omonimo romanzo dello scrittore Stanislaw Lem, viene omaggiato da tre giganti della sperimentazione musicale elettronica e contemporanea:
Brian Eno,
Ben Frost e Daníel Bjarnason.
Presentato all’Unsound Festival e per la prima volta a Roma per Romaeuropa in coproduzione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il progetto nasce all’interno della Mentor and Protégé Arts Initiative della Rolex e in seno al collettivo islandese Bedroom Community. Da qui si riuniscono Ben Frost, audace sperimentatore delle sonorità elettroniche capace di spaziare dal minimalismo classico al punk-rock e al post-industial; Brian Eno, padre indiscusso della musica ambientale, e Daníel Bjarnason, versatile compositore d’orchestra che vanta collaborazioni non solo con
ensemble di tutto il mondo, ma anche con artisti del calibro di
Sigur Rós.
Il viaggio dello psicologo Kris Kelvin, protagonista di "Solaris", diviene nelle mani di questa crew un affondo nei contrasti della psiche umana, quasi a porre l’accento su quella volontà di Tarkovskij di eliminare il più possibile dal suo film gli elementi caratteristici del genere fantascientifico per creare un paesaggio familiare, immediatamente riconoscibile dallo spettatore.
L’esecuzione musicale di Frost (chitarra elettronica e laptop), Bjarnason (direzione orchestrale e piano preparato) e, per l’occasione, dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, procede in parallelo alle elaborazioni video di Brian Eno e Nick Robertson che utilizzano immagini tratte dal film ritagliandone i volti degli attori o distorcendole in colori astratti. L’invito a porci all’ascolto del nostro stesso io perché, come titola il primo brano di Music For Solaris: "We Don’t Need Other Worlds, We Need Mirrors".