Nel CD sono inoltre presenti 2 versioni in lingua straniera, "La Era del Jabalì Blanco" (in spagnolo) e “The King of the World” (in inglese) oltre a 4 brani dal vivo: “Il Re Del Mondo” (Teatro Nazionale Iracheno di Baghdad, 1992), “Strade dell’Est” (Arena Romana di Padova, 1994), “Stranizza D’Amuri” (Teatro dell’Archivolto di Genova, 1994) e “L’era del Cinghiale Bianco” (Teatro Lirico di Milano, Dicembre 1988). Quest’ultimo brano venne anche inserito in “Giubbe Rosse”, primo album dal vivo di Franco Battiato, uscito nel 1989.
L’LP mantiene la track-listing originale, il vinile è in versione 180g colorato bianco, edizione limitata rimasterizzata e numerata.
L’album dal punto di vista grafico è impreziosito in una sontuosa opera di Francesco Messina, art director e amico fraterno di Franco. Probabilmente questa è la più evocativa tra le opere grafiche che hanno ornato la musica di Battiato. Messina non si limita al lavoro grafico ma si spinge oltre e in occasione del 40° anniversario rielabora la creatività e mette in copertina lo stesso Battiato in un manifesto d’avanguardia.
L’era Del Cinghiale Bianco segna la clamorosa svolta pop di Franco Battiato, un’opera considerata un capolavoro destinato a cambiare per sempre le sorti della musica italiana: un album di transizione, tra passato e futuro, tra sperimentalismo prog e pop intellettuale influenzato dalla new wave.
Battiato prende spunto dal libro magico di René Guénon: "Simboli della scienza sacra" dove il cinghiale è un animale sacro e simbolo dell'autorità spirituale nella mitologia dei Celti. L’era del cinghiale bianco è l’era della conoscenza immediata, ma come dichiarava in una vecchia intervista qualcuno a noi caro: "Non vedo nessun segno dell'arrivo dell'Era del Cinghiale Bianco - nemmeno fiutando l'aria come gli indiani".
Tra i contenuti del disco, infatti, vi sono esoterismo, esotismo, spiritualità, l’amore per le filosofie d’Oriente, la fascinazione per l'India e la Tradizione, lo spirito mordace e ironico nei riguardi del mondo moderno e il legame con la propria terra, la Sicilia. Il tema della critica contro il potere temporale, dell'eterna lotta tra l'alto e il basso, del verticale e dell'orizzontale, è ambientato in un clima tiepido ed esotico, fra temporali tunisini, sigarette turche e studenti di Damasco. L'aspirazione al raggiungimento di una dimensione spirituale è un messaggio che Battiato fa passare anche attraverso il minimo utilizzo delle parole.