
"Il Brasile è uno stato mentale, non uno spazio o un tempo in particolare", ha commentato O'Brien in una nota. "H.P. Lovecraft, Kubrick e Junji Ito hanno creato alcuni dei miei capitoli preferiti della fantascienza. Ma ho sempre coltivato il desiderio di modellare quelle loro raccapriccianti premesse in qualcosa di più poetico e ottimistico. E se un essere alieno giungesse sulla terra per consentirci di raggiungere un livello esistenziale maggiore e non per distruggerci? Cosa accadrebbe se tutti sulla terra iniziassero a condividere pensieri, esperienze e azioni?". Continua O'Brien: "la teoria per cui l'essere umano, come specie, rappresenti un singolo e vasto organismo mi ha affascinato da sempre e ho cercato di esplorare questo concetto visivamente attraverso una congerie di prospettive, strumenti ed effetti visivi impressionistici. La stratificazione di queste idee è culminata nella realizzazione della vicenda che si cela dietro 'Brasil'".