È morto Chick Corea, leggendario tastierista jazz

12-02-2021

Il 9 febbraio il pianista e tastierista americano Chick Corea è morto nella sua casa di Tampa Bay, Florida, all’età di 79 anni. Il musicista soffriva di una forma di cancro che la famiglia, annunciando ieri il decesso, ha definito “rara”.
Il suo nome è tra i più noti e rispettati nella storia del jazz, soprattutto per via dei suoi contributi allo sviluppo del jazz elettrico e della fusion.

Di origini italiane (il padre era calabrese), Armando Anthony Corea acquisì il soprannome “Chick” come storpiatura del vezzeggiativo “cheeky” (“guanciotte”) con cui affettuosamente lo chiamava la zia.
Nei suoi oltre cinquant’anni di carriera, Chick Corea ha partecipato a centinaia di registrazioni, sia in proprio che come membro di alcune delle formazioni più prestigiose del panorama jazzistico. Sono molte le incisioni che hanno segnato in modo indelebile la storia del genere, a partire dalle collaborazioni con Miles Davis a fine anni Sessanta: nei leggendari “In a Silent Way” e “Bitches Brew”, divide i meriti relativi al piano elettrico con altri due futuri pesi massimi del settore, Herbie Hancock e Joe Zawinul.
Nel decennio successivo, è soprattutto come leader dei Return to Forever che il suo nome raggiunge, oltre alla platea degli amanti del jazz, anche il crescente pubblico del rock progressivo e degli interessati alle contaminazioni world. È particolarmente rappresentativo delle numerose innovazioni stilistiche associate a questa formazione il poliedrico “Romantic Warrior”, del 1976. Album senz’altro divisivo per via del suo estro funambolico e il sound fortemente incentrato sui sintetizzatori monofonici, rappresenta uno degli apici di inventiva del filone fusion e si fa notare per la presenza di mostri sacri quali il bassista Stanley Clarke, il batterista Lenny White e il chitarrista Al di Meola (che lo stesso anno ospita Chick Corea nel suo celebre “Land of the Midnight Sun”).
Quello di Chick Corea è stato un talento di grande versatilità, e negli stessi anni in cui il tastierista si lanciava alla scoperta dei suoni sintetici esplorava anche orizzonti third stream coll'ambizioso “My Spanish Heart” (1976) e territori avanguardistici con le performance a nome Circle (in compagnia di Anthony Braxton e Dave Holland).
Gli anni Ottanta e i primi Novanta sono marcati dalla formazione della Chick Corea Elektric Band, con John Patitucci e Dave Weckl (fra gli altri), ancora orientata alla fusion sintetica. Il progetto “raddoppierà” poi con la Chick Corea Akoustic Band, incentrata sul medesimo trio. Tra i numerosi progetti successivi, sempre caratterizzati da uno stile brillante e personale, “Chick Corea & Origin” potrà incuriosire i seguaci del contrabbassista israeliano Avishai Cohen, qui presente in una delle sue prime collaborazioni di prestigio.

Personaggio eclettico e dalle frequentazioni spirituali poco raccomandabili (fu un seguace di Dianetics e aderirà a Scientology fin dalla prima ora), artisticamente parlando Chick Corea resta una figura imprescindibile, capace di suscitare il rispetto reverenziale di pressoché tutti gli amanti del jazz, che si tratti di puristi, impallinati dell’avanguardismo più spinto o appassionati degli sconfinamenti in territori rock e pop.

 

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