
Un mese fa i legali della band avevano replicato e il giudice Fernando Olguin aveva dato fino al 30 dicembre a Elden per rispondere. Quando la controreplica non è arrivata, Olguin ha chiuso il caso. Sta ora al giovane riformulare l'azione legale: la corte gli ha dato tempo fino al 13 gennaio. Il caso l'anno scorso aveva fatto scalpore anche a causa della celebrità della copertina che a suo tempo aveva suscitato perplessità nell'allora boss di DGC Records, David Geffen.
Elden aveva sostenuto che la foto gli aveva provocato, crescendo, «estremo e permanente stress emotivo», perdita di introiti e della «gioia di vivere». Accuse «senza merito», secondo i legali della band: "Parlare di pornografia infantile non è serio», avevano sostenuto gli avvocati dei Nirvana, osservando che, se Elden avesse ragione, chiunque si trovasse oggi in possesso dell'album (ne sono state vendute oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo) «sarebbe in teoria colpevole del reato di possesso di pornografia infantile". Per non parlare del fatto che Elden, fino a poco tempo fa, aveva sguazzato nella sua fama di Nirvana Baby: "Più volte nel corso degli anni si è fatto fotografare a pagamento rifacendo da adulto la scena della piscina", hanno sostenuto i legali, snocciolando una serie di indizi della malafede del giovane che "si è fatto tatuare il titolo dell'album sul petto, è apparso in un talk show indossando una tutina color carne in una parodia di se stesso, ha autografato copie di 'Nevermind' per venderle su eBay e usato la connessione coi Nirvana per cercare di rimorchiare donne".