Il mondo della musica si sveglia con una doccia fredda: Scott Walker ci ha lasciati all'età di 76 anni per cause non ancora note. A comunicarlo è la 4AD, che ha dato alle stampe i suoi album degli ultimi 15 anni.
Nato Noel Scott Engel a Hamilton, Ohio, mosse i primi passi a fine anni 50 come Scotty Engel. Nel 1964 diede vita al progetto che lo renderà celebre, i Walker Brothers, spostandosi a Londra l'anno successivo e spopolando con un felpato baroque pop dai languidi arrangiamenti orchestrali, caratterizzato dal suo enfatico baritono: canzoni come "Make It Easy On Yourself" e "The Sun Ain't Gonna Shine (Anymore)" sono autentici evergreen del periodo. Il gruppo avrà però vita breve: il 1967 segnò già il loro capolinea. Walker capitalizzerà subito il successo della band con una serie di dischi in cui riprendere quelle sonorità in maniera ancora più sofisticata, per poi sparire dalle scene per oltre un decennio. L'inatteso ritorno avvenne nel 1995 con l'elogiato "Tilt", sconvolgendo i fan della prima ora ma affascinando i critici per la singolare e apparentemente inspiegabile svolta stilistica: Walker abbandona del tutto le vellutate melodie degli esordi per abbracciare uno spettrale cantautorato free con pochi precedenti. "The Drift", uscito 11 anni dopo, si spingerà ancora oltre, pittando un claustrofobico avant-rock dai testi sempre più crudi, ormai distante anni luce dalla precedente cifra dell'autore. Acclamato tra i più arditi sperimentatori contemporanei, Walker ha confermato la sua nuova statura di oltranzista senza compromessi con "And Who Shall Go To The Ball? And What Shall Go To The Ball?" (2007) e "Bish Bosch" (2012). Il suo ultimo lavoro è la colonna sonora del film "Vox Lux", composta insieme a Sia.