Addio a Gary Brooker, volto e anima dei Procol Harum
di Redazione di Ondarock
22-02-2022
Gary Brooker, 76 anni, frontman dei britannici Procol Harum, è morto il 19 di questo mese. La notizia è stata divulgata dalla band solo poche ore fa. Il musicista era affetto da un tumore e ha speso i suoi ultimi momenti a casa sua. Autore per terzi a metà Sessanta e poi membro fondatore della formazione chiave del primo progressive, fu coi sodali Matthew Fisher e Keith Reid il principale artefice del successo imprevisto di "A Whiter Shade Of Pale", immortale brano classical crossover basato sull'aria della Suite n° 3 in re maggiore BWV 1068 di Johann Sebastian Bach. L'uscita del pezzo come singolo nel 1967, col suo testo criptico, un'atmosfera fuori dal tempo e gli iconici fraseggi di organo Hammond, aprì le porte alla coinvolgente grandiosità del nascituro prog-rock.
Dopo il primo posto del singolo di debutto, la band conquistò le chart anche con la nostalgica "Homburg" (1967, sesto posto UK) e il quinto posto americano del live "Procol Harum Live: In Concert with the Edmonton Symphony Orchestra" (1972). Sono tuttavia i primi tre ellepi, "Procol Harum" (1967), "Shine On Brightly" (1968) e "A Salty Dog" (1969) a essere oggi ricordati con più affetto dagli appassionati. Per tutti i primi anni Settanta, Brooker portò avanti collaborazioni importanti: fra le altre cose, fu accanto a George Harrison come pianista in "All Things Must Pass" (1970). Lo scioglimento della band nel 1977 lo portò a intraprendere la carriera solista: il suo primo album "No More Fear Of Flying" (1979) può vantare la presenza del chitarrista di Al Stewart Tim Renwick, del batterista dei Fairport Convention Dave Mattacks e perfino della produzione di George Martin. Anni più tardi, eccolo di nuovo al piano su "Crossroads" di Eric Clapton (1988) e poi all'Hammond in "Aerial" di Kate Bush (2005). Nel 1991 i Procol Harum si riuniscono per non separarsi più. Brooker rimane con Reid l'unico membro costante della formazione, che ha proseguito l'attività in studio e dal vivo fino al 2019.
Nel ricordarlo, il sito ufficiale ne scrive: "Il carisma di Gary non era confinato al palco. Illuminava ciascuna stanza in cui entrava, e la sua gentilezza verso la multilingue famiglia dei fan era leggendaria. Era un riferimento per la sua individualità, la sua integrità e la sua eccentricità occasionalmente testarda. Aveva un acume mordace, era affamato di ciò che trovava ridicolo, e ciò lo rendeva un inimitabile affabulatore (le suoe surreali chiacchiere fra una canzoni e l'altra creavano un contrasto affascinante con la gravitas delle performance dei Procol Harum)".