Si intitola “Nothing Compares” il documentario biografico di
Sinéad O’ Connor in uscita a fine settembre. Diretta da Kathryn Ferguson, la pellicola è stata presentata alll'ultimo Sundance Film Festival, e traccia una linea che unisce le tappe della controversa parabola artistica e umana di Sinéad O’ Connor, passando dall’infanzia difficile all'indimenticabile serata del 1992 al Saturday Night Live, dove strappò una foto del Papa. La hit più celebre della cantante irlandese che dà il titolo al docu-film, contenuta nella pietra miliare "
I Do Not What Want I Haven't Goat" e originariamente scritta da
Prince, è però assente per i diritti legati a quest’ultimo, a parte alcune note sullo sfondo. Un’assenza spiegata a fine proiezione con una nota dove viene chiarito che gli eredi di Prince hanno negato l’uso di “Nothing Compares 2 U”. Uno dei momenti centrali del film di Kathryn Ferguson è quando Sinéad O’ Connor svela aneddoti del famoso strappo in diretta televisiva: "Avevo trovato un articolo sulle famiglie che avevano cercato di sporgere denuncia contro la chiesa per abusi sessuali e venivano messe a tacere. Fondamentalmente tutto ciò in cui ero stata educata a credere era una bugia. Il lavoro di un artista a volte è generare discorsi difficili che devono essere affrontati. A questo serve l'arte. Hanno cercato di seppellirmi. Non si rendevano conto che io ero un seme". L'ultimo disco di Sinead O'Connor, “
I'm not bossy, I'm the boss”, risale al 2014. Mentre soltanto lo scorso gennaio, la musicista di Dublino ha perso il figlio diciassettenne Shane, ritrovato morto dopo essere fuggito dal centro psichiatrico in cui era ricoverato. Dopo la tragica perdita, la musicista irlandese ha dichiarato che non si esibirà più dal vivo.