Addio a Loretta Lynn, una delle leggende della musica country. L'artista americana è scomparsa martedì nella sua casa di Hurricane Mills, nel Tennessee. Aveva 90 anni ed è morta nel sonno nel suo ranch, come ha riferito la sua famiglia, composta dai quattro figli (due nel frattempo sono morti) Clara, Ernest e i gemelli Peggy e Patsy.
Loretta Lynn ha costruito la sua celebrità non solo sulla sua musica, ma anche sulla sua immagine di simbolo di orgoglio e determinazione rurale, con le radici ben piantate nel Kentucky delle miniere e delle praterie. A partire da "Don't Come Home A Drinkin' (With Lovin' On Your Mind)" del 1966, Lynn ha scalato le classifiche country statunitensi 16 volte ed è stata nominata per 18 Grammy Awards, vincendone tre, e ha ricevuto nel 2010 il Grammy Award alla carriera. Ha registrato 60 album in studio in tutto.
Nata Loretta Webb in una capanna rurale del Kentucky il 14 aprile 1932, Lynn era una degli otto fratelli di un minatore di carbone, un fatto che ha raccontato nella sua canzone autobiografica del 1976 "Coal Miner's Daughter", uno dei suoi principali successi. Si è sposata all'età di 15 anni con il ventunenne Oliver Lynn, un mese dopo averlo incontrato. La coppia rimase insieme per 48 anni, fino alla morte di Oliver nel 1996. Ebbero sei figli insieme, tre dei quali prima che la futura cantautrice avesse 20 anni.
Nel 1980 la vicenda umana di Loretta Lynn è stata portata sul grande schermo con il film "La ragazza di Nashville", vincitore del premio Oscar con Sissy Spacek, Oscar alla miglior attrice per l'interpretazione della cantante figlia di un minatore, e Tommy Lee Jones. Alla cantautrice si era ispirato nel 1975 anche il regista Robert Altman per tracciare la figura della protagonista del suo film "Nashville", la cantante Barbara Jean, interpretata da Ronee Blakley.