Brian Eno ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera della Biennale musica - Guarda un video del suo show
di Redazione di OndaRock
23-10-2023
La Biennale di Venezia ha assegnato il Leone d'oro alla carriera a Brian Eno: compositore, musicista, produttore e artista visivo, Eno è considerato uno dei più importanti musicisti moderni. La Biennale ne ha riconosciuto “la ricerca sulla qualità, la bellezza e la diffusione del suono digitale e la sua concezione dello spazio acustico come strumento compositivo”. A Miller Puckette - matematico, programmatore, teorico e performer - è attribuito invece il Leone d’argento “per l’ideazione e lo sviluppo dei software Max/Msp e Pure Data, due dei più importanti e diffusi programmi di informatica musicale che hanno fornito inedite possibilità a diverse generazioni di compositori, musicisti e artisti multimediali”. La premiazione è stata decisa dal Consiglio di amministrazione della Biennale che ha accolto la proposta di Lucia Ronchetti, direttrice del settore musica, in sintonia con il tema del 67. Festival internazionale di musica contemporanea (16-29 ottobre): Micro-Music, che mira a evidenziare “il fascino e la ricchezza espressiva del suono digitale”. Alla cerimonia, che si è svolta il 22 ottobre nella Sala delle colonne di Ca’ Giustinian, hanno partecipato anche il presidente della Biennale Roberto Cicutto e l'assessore comunale Simone Venturini. Alla consegna è seguito un momento dedicato al dialogo tra il vincitore e il critico musicale Tom Service.
Il compositore inglese ha presentato al Teatro La Fenice la prima esecuzione assoluta del progetto “Ships”, in collaborazione con la Baltic Sea Philharmonic diretta da Kristjan Järvi, con la partecipazione dell’attore Peter Serafinowicz, il collaboratore storico e chitarrista Leo Abrahams, il software designer Peter Chilvers, sul palcoscenico insieme allo stesso Brian Eno, in interazione con le atmosfere orchestrali diffuse ed elaborate per lo spazio acustico del teatro. Qui sotto un estratto video dalla sua performance con l'esecuzione di "By This River", il suo celebre brano tratto dal suo capolavoro "Before And After Science" del 1977 e utilizzato anche da Nanni Moretti nella colonna sonora del suo film "La stanza del figlio".
“Il lavoro compositivo di Brian Eno - si legge nella motivazione di Lucia Ronchetti - è dagli esordi concepito quale processo generativo che evolve secondo una dimensione temporale potenzialmente infinita, anticipando molte delle tendenze compositive legate al suono digitale”. La musica registrata diventa “un immenso archivio di frammenti infinitesimali di suoni, infinita palette acustica disponibile per i compositori... La musica generativa e ambientale è pensata da Brian Eno come la creazione concettuale di un seme, capace di svilupparsi, piuttosto che come un albero già progettato in tutti i dettagli, invocando la nascita di un paradigma compositivo ispirato alla biologia piuttosto che all’architettura, capace di auto-evolvere e generare costantemente nuovi paesaggi sonori”. Brian Eno ha ampliato il proprio percorso creativo interessando una molteplicità di discipline: pittura, scultura, videoarte. Un caleidoscopio espressivo messo in circolo dalle sue opere che hanno trovato ospitalità nei diversi festival della Biennale di Venezia.